mercoledì 31 dicembre 2008

LA MIA FAMIGLIA NEL NUOVO ANNO

A volte essere famiglia non è facile: due singolarità, che si incontrano, convivono, condividono, sacrificano un pò di sé per l'altro, ma non è sacrificio, è dono dal cuore ed insieme affrontano questo cammino tortuoso,ma unico:la vita.

Le parole spesso trafiggono più di lame, in questo nuovo anno voglio imparare a tacere di più, ad ascoltare di più e preservare sempre il nostro amore, sincero e disinteressato e la nostra famiglia nell'amore.

Grazie per essere la migliore famiglia che potessi mai sognare e desiderare.
Ti amo infinitamente marito mio!

sabato 27 dicembre 2008

GIORNI DI FESTA

Natale nell'immaginario collettivo è innevato, caminetti accesi, pasta fatta in casa, lunghi cenoni e odor di brace nell'aere che inebria tutto...
luci del presepe e dell'albero con tanti pacchettini sotto...
Ma Natale è anche quell'augurio sincero a chi si vuol bene e quello diplomatico a chi a malapena si conosce, ma tutto sembra più sereno in questi giorni di festa, anche quel malinconico nervosismo che aleggiava ha lasciato il posto al brilluccichio di luci.

Anche questa è amicizia

Assurdo sentirsi col morale a pezzi, senza fiato e senza via d'uscita e confidarsi, cercando solo una parola di sollievo, ma ritrovarsi a sostenere chi doveva confortare...
Però anche questo dà giovamento, non per il detto:
"Mal comune mezzo gaudio",
ma perché alla fine sfogarsi aiuta, ma confortare ci fa sentire utili, anche in momenti che crediamo non poter essere importanti per nessuno e carcasse alla deriva, invece abbiamo fatto la differenza per qualcuno.
Non ci risolve i nostri problemi, ma placa un po' il nostro animo.

mercoledì 24 dicembre 2008

BUON NATALE A TUTTI!!!!

We wish you a merry Christmas
We wish you a merry Christmas
We wish you a merry Christmas
And a happy New Year.
Glad tidings we bring
To you and your kin;
Glad tidings for Christmas
And a happy New Year!

We want some figgy pudding
We want some figgy pudding
We want some figgy pudding
Please bring it right here!
Glad tidings we bring
To you and your kin;
Glad tidings for Christmas
And a happy New Year!

We won't go until we get some
We won't go until we get some
We won't go until we get some
So bring it out here!
Glad tidings we bring
To you and your kin;
Glad tidings for Christmas
And a happy New Year!

We wish you a Merry Christmas
We wish you a Merry Christmas
We wish you a Merry Christmas
And a happy New Year.
Glad tidings we bring
To you and your kin;
Glad tidings for Christmas
And a happy New Year!

Amore e felicità


“Bimbo mi chiedi cos'é l'amore?
Cresci e lo saprai.
Bimbo mi chiedi cos'é la felicità?
Rimani bimbo e lo saprai. “ (Anonimo)

FELICITÀ NON E' UNA STRADA DA SEGUIR...

FELICITÀ NON E' UNA STRADA DA SEGUIR,
MA UN SENTIERO,SPESSO ACCIDENTATO E RICCO DI IMPREVISTI DA AFFRONTARE!

martedì 23 dicembre 2008

IL BICCHIERE MEZZO VUOTO O MEZZO PIENO?

ST
"...certe anime imbecilli gettare via in un sol colpo la propria felicità assieme a quella di chiunque le circondi....
Un attimo è solo e sempre un attimo, per quanto piacevole sia.
Non ha senso alcuno pagarlo con chissà quanti altri attimi futuri."

IO
"Il bicchiere può essere mezzo pieno o mezzo vuoto, dipende dal come vuoi vederla...
Per me quell'attimo diventa l'infinito, ricchezza per il mio animo,
quell'attimo può sostenere i mille attimi futuri e dar modo che ce ne siano altri... "
Se sei sostenuto da quegli attimi vissuti ti senti forte nella speranza e consapevolezza che puoi averne,
crearne e viverne di altri, altrettanto belli e intensi, anzi migliori,
perchè, memore dell'esperienza passata, sai dove non sbagliare e dove non ricommettere errori, che ti han fatto perdere quegli attimi precedenti!"
Perchè gli istanti fuggono via? perchè le cose cambiano? (domande di sempre!)
"Quel cambiamento che oggi vedi come negativo, domani può portarti nuovi momenti di gioia, da vivere con un'intensità maggiore,
proprio nella consapevolezza che potresti perderli e non darai per scontato nulla, ma tutto come prezioso e da preservare."

Urbino

(viaggioadriatico.it)
Urbino è carinissima, come sempre,
ma con luci natalizie da un senso più romantico,
nella freschezza giovanile di una cittadina universitaria medievale e moderna,
un mix ben miscelato...
alla base della città luci e nebbia che svanisce allontanandoci.

domenica 21 dicembre 2008

Ogni volta ce n'è una

Quando si è psicologicamente deboli anche il corpo si indebolisce sui punti dove si è più fragili.
Dobbiamo occuparci della nostra salute e non pensar di autodistruggerci.
La Vita è preziosa e va vissuta non subita da sopravvissuti!
La vita è problematica e ci son volte che vorresti dire basta a tutto, ma poi trovi un nuovo motivo per sorridere.

L'ipocrisia umana non ha limiti nè confini

A differenza di altre peculiarità caratteriali l'ipocrisia è tanto femminile quanto maschile,
è come un viscido serpente che si insinua, apparentemente inoffensivo, ma quando meno te l'aspetti colpisce la sua preda, perché?
Non c'è un perché è la sua natura!
Forse inizialmente per difesa, debolezza, insicurezza e per farsi accettare dal "branco", ma poi diventa il suo modo di essere, così abituato a camuffarsi agli occhi degli altri da non riuscire a togliersi quella maschera, neanche con con se stesso, perchè aderisce così bene da restare "appiccicata" al suo animo.
Cambia pelle come cambia opinione, proprio come un serpente!

sabato 20 dicembre 2008

Tutto il mondo che conosciamo si evolve in fretta..finirà...

"Chi non cavalca l'onda verrà travolto.
Bisogna capire da che parte tira il vento ed aggiungervi il proprio soffio a favore, oppure ci si può ribellare."(S.)

Preferisco pensare che ci sia sempre una soluzione alternativa al cianuro o all'adeguarsi,
meglio combattere per un ideale ed andar controcorrente, che farsi invadere da compromessi, che rendono alieni a noi stessi.
L'evoluzione deve esser di ausilio al nostro essere non schiacciarlo!
Seguir la corrente per ciò che ci fa comodo, restando integri.
Niente compromessi con la nostra anima!

Provare sentimenti = lasciarsi andare ne vale la pena?


Provare sentimenti = lasciarsi andare  ne vale SEMPRE la pena,
anche solo per un micro attimo di "gioia", o semplicemente per sentirsi vivi, umani,
parte di un mondo, che, per quanto schifoso, può darci sfumature uniche,
che se non vissute non saprai mai quanto avrebbero potuto arricchirti l'anima.

venerdì 19 dicembre 2008

Siamo sicuri che quanto di noi crediamo "vero io" non sia solo la nostra maschera perfetta?

L'esser spontaneo nel attimo dell'agire è sempre supportato da un bagaglio di esperienze passate, che vuoi o non vuoi, ti condizionano sempre, anche un bambino ha il suo e la spontaneità è relativa, come tutto nell'universo, ciò non toglie che la persona sia sincera in quella sua spontaneità.

Qualcuno pensa che:
"La sincerità sia un evento momentaneo, che dipenda dagli eventi passati e futuri."

(giusto secondo me), ma per questo ritiene (erroneamente a mio parere) che:
"quel che noi crediamo vero potrebbe non esserlo, ed obbligarci quindi a mentire inconsapevolmente, mentre una nostra menzogna può per qualche curioso capriccio del destino essere vera a nostra insaputa" e quindi, a suo giudizio, "non possiamo mai sapere se siamo "spontanei" nei nostri comportamenti, o se quello che esibiamo è solo una menzogna o una recita preparata in anticipo per la situazione che ci troviamo a vivere."

Ma ritengo che si riferisca alla maschera costruita prima dell'agire, quindi voluta razionalmente, che poi può diventar seconda pelle, per protezione da tutto e tutti, ma non è agire spontaneo, anche se spesso diventa involontario.
Se uno resta coerente con se stesso e con ciò in cui crede e affronta gli altri senza tali paure, seppur con cautele, date dall'esperienza, può restare vero e spontaneo.Tra la maschera e la trasparenza completa ci son mille sfumature, che possono dare, comunque, una realtà vera e sincera, senza costrutti, semmai con qualche omissione!

MASCHERE

"Ci si crea l'illusione che crescere significhi nascondere il proprio vero io, tanto da non ritrovarlo più...
Ciascuno di noi è certamente stato ferito nell'orgoglio almeno una volta nella vita: si impara da quelle ferite, ma spesso non si torna mai più se stessi; si perdono le emozioni autentiche e si finge di star bene tanto per non destare sospetti...
e quindi internet: infondo chiunque potrebbe essere chiunque altro; parliamo con tanti spettri e magari ce ne invaghiamo anche...la realtà scompare dietro una sottile linea di indifferenza... " - (Parole di una ventunenne)

Io dico che ha pienamente ragione, ma si può combattere il proprio desiderio di tenere una maschera di protezione, che poi non protegge dai possibili sentimenti, che scaturiscono anche nei rapporti virtuali. Vivere se stessi per ciò che siamo, accettando anche di poter soffrire, sbagliare e farci del male.
E vivere con gli altri, che siano reali o virtuali, per ciò che siamo realmente, pur sapendo che potremmo trovarci "di fronte" solo maschere, ma almeno noi saremo veri.
Farsi condizionare per paura di possibili fregature, non ci allontana da esse, anzi spesso ce le fa piombare a valanga.
E nel virtuale devi solo stare più attenta e non prendere per oro colato tutto quello che "leggi", ma fai in modo di conoscere dal vero la persona o le persone che stai frequentando in rete e, soprattutto, quelle a cui puoi affezionarti, molto prima che il sentimento esista, se no il brutto risveglio nel conoscerle dal vivo ti porterà altro che dolore, molto peggio!

giovedì 18 dicembre 2008

Il sogno


Il sogno è negli occhi di chi lo guarda e se tu guardassi anche la tua vita in modo più sognante e meno critico potresti apprezzarla di più.
L'erba del vicino è sempre più verde!

LA LIBELLULA

La libellula, la creatura del vento, simboleggia l'illusione e il cambiamento.
Le sue ali cangianti ci ricordano tempi e mondi magici, rendendoci coscienti del fatto che la realtà di questo mondo è solo un'apparenza.
Il suo insegnamento ci dice che niente è in realtà come ci appare e che dobbiamo sforzarci di liberarci dalle illusioni dei nostri sensi.
Inoltre essa fa da tramite per portarci messaggi degli elementali e degli spiriti del mondo vegetale.
Quando desiderate effettuare dei cambiamenti importanti, è opportuno evocare l'energia della libellula.(indianiamericani.it)

Mio padre oggi


Mio padre è un uomo particolare:
razionale, romantico, ma, nel contempo, reso cinico dalla sua storia personale di vita, drammatica, ma di rivalsa...
Ho sempre avuto con lui un rapporto fatto di dialogo e discussione, spesso sfociante in conflitti, che solo epistolarmente riuscivamo a risolvere, non imponendo il proprio pensiero su quello dell'altro, non voce su voce, ma lettura dell'altro e successiva risposta, per poi tornare al dialogo verbale.
Sicuramente un rapporto unico!
In questo momento della mia vita la sua presenza, seppur a distanza, è un elemento prezioso e riscopro piacevolmente sue caratteristiche, capendo a pieno, anche, tante sue "abitudini", che prima tanto criticavo, attribuendogli connotazioni e significati diversi, giustificando, anche, tanti suoi atteggiamenti, forse eccesivi, ma liberatori...
Ieri parlare con lui mi ha dato conforto e sollievo, come poche volte era capitato. E il solo sentire il tono caldo, dolce e... paterno della sua voce è stato sorprendentemente rilassante, mi ha avvolto più d'un abbraccio, che non è solito elargire, per sua introversa espressività, ma esplicita in connotazioni più pratiche.
Potrei soffermarmi allungo sul nostro rapporto, ma forse... più in là...

mercoledì 17 dicembre 2008

Sentimenti

"I sentimenti sono l'espressione di ciò che ci circonda e che agisce direttamente o indirettamente su di noi. La maggior parte dei sentimenti è "controllata" dal nostro subconscio e perciò ogni elemento esterno ci affligge anche internamente, cioè una catena logica viene innescata dal nostro subconscio "maturando" così risposte logiche non esprimibili con parole, ma che si sviluppano all'interno della nostra mente come concetti." (Estratto da wikipedia)

L'uomo ha bisogno di cercare risposte, ma anche di sognare, ed è più importante la ricerca della risoluzione.
Un sentimento, seppur spiegato scientificamente, psicologicamente e socialmente, va provato non giustificato!
La vita va vissuta e poi semmai spiegata!!!!

MANTENERE L'AMICIZIA

Una madre e suo figlio stanno camminando sulla spiaggia.
Ad un certo punto il bambino dice:
"Mamma come si fa a mantenere un’amicizia?"
La madre guarda il figlio sorridendo e poi gli dice:
"Raccogli un po’ di sabbia."
Il ragazzo si china e raccoglie una manciata di sabbia finissima.
La madre allora, sempre sorridendo:
"Ora stringi il pugno…"
Il ragazzo stringe la mano attorno alla sabbia e vede che,
più stringe,più la sabbia gli esce dalla mano.
"Mamma, la sabbia se ne scappa…"
"Lo so, caro… Ora tieni la mano completamente aperta…"
Il ragazzo ubbidisce, ma una folata di vento porta via parte della rimanente.
"Anche così non riesco a tenerla…"
E la madre, sempre sorridendo:
"Adesso raccogline un altro po’, e tienila con la mano aperta a cucchiaio…così..
abbastanza chiusa per custodire, e abbastanza aperta per la libertà".
Il ragazzo riprova, e questa volta la sabbia non sfugge dalla mano, ed è protetta dal vento.
"Ecco come far durare un’amicizia…"  (Kherydan)

Nuove profonde realtà


Ho conosciuto nuove realtà, profonde,
a volte, tristi, ma, comunque, uniche e preziose.
Persone particolari, che riescono sempre a sorprendermi piacevolmente,
con la loro sensibilità, la loro creatività
e la loro complessa semplicità: estrosamente geniali!

"Se hai ragione combatti, se hai torto ascolta!" - (K.W.)

(SoundOfSilence_Sweet.Veronica.Stickers)

martedì 16 dicembre 2008

Un nome, un pensiero

Se uno non vuol far conoscere il proprio pensiero, può dire tutto quello che vuole, ma mai sapremo se quel che pensa e quel che dice coincidono, anche se la conoscenza più approfondita porta in luce incoerenze, e tante maschere cadono, ma ci son persone così abituate a quella maschera da non rendersi più conto quale sia la loro vera natura.
Un grande profondo uomo dice:"Ciò che siamo è più di quello che facciamo e assai di più di quanto possediamo."(S.B.)
Quindi un nome cos'è, non è quel che siamo, nè che facciamo o possediamo e tanto meno decifra il nostro essere ed il nostro pensiero.
Un nome è solo un nome:mi piacerebbe chiamarmi....
Se fosse Rosa sboccerei e poi appassirei,
se fosse Acqua potrei andar in secca o in inondazione,
se fosse Mare, sarei su spiagge o a largo,
se fosse.... però a me piace il mio nome!

LA PROFEZIA MAYA

La civiltà Maya raggiunse traguardi scientifici notevoli. ..
Per contare gli anni, utilizzava stelle e pianeti: il "Grande Conto", basato sui movimenti del pianeta Venere. Essi divisero il tempo in una serie di cicli che cominciavano dalla nascita di Venere. Ogni ciclo durava 1 milione e 872 000 giorni. Il ciclo che ora stiamo vivendo ha avuto inizio il 13 agosto dell'anno 3114 prima di Cristo e finirà il 21 dicembre 2012 dopo Cristo. I Maya erano del tutto sicuri dell'attuale ciclo ed erano altrettanto convinti che fosse l'ultimo. Quando il mondo avrà completato questo ciclo, dicevano, finirà fra disastrose inondazioni, terremoti e incendi: uno scenario molto simile alle profezie del Nuovo Testamento.
.. Sotto i nostri occhi tutti i giorni ci sono le guerre (pensate addirittura che siamo arrivati a fare una guerra per fare la pace!), .. i vulcani sembrano essersi svegliati da lunghi anni di letargo, i terremoti e i maremoti fanno tremare il cuore degli uomini. Vediamo continuamente alluvioni e tifoni che sembrano spazzare via come dello sporco, come se ci fosse qualcosa da lavare. .. E la Terra riceve ogni giorno la sua abbondante razione di contaminazione, con gli scarti industriali e l'immondizia.
Stiamo devastando l'armonia naturale. Che il clima sia cambiato è l'opinione di tutti, anche se a volte facciamo finta che non sia vero.
La temperatura sta aumentando e non ce ne preoccupiamo più di tanto, e questo aumento provoca piogge anomale con conseguenze di tifoni, tornadi, terremoti...
In molte religioni ci sono profezie che coincidono nell'affermare che stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile, che annuncia un passaggio dell'umanità verso una nuova era. .. I Maya, qualcosa che abbiamo conosciuto soltanto nel 1500 con l'invasione degli spagnoli, hanno previsto tutto questo, perché è tutto scritto. Facendo uno studio scientifico e religioso sul funzionamento dell'universo sono riusciti a leggere nelle leggi imperscrutabili del cosmo, a scoprire gli effetti e le cause.
Quali sono gli effetti che causiamo noi alla Terra, alla galassia, al cosmo, con il nostro comportamento e quali sono gli effetti dei movimenti degli astri nel nostro comportamento.
Quello che resta incomprensibile è com'è possibile che da un calendario si possa desumere tutto questo? Allora spieghiamo un attimo cosa significa il calendario per i Maya. Il calendario così come lo conosciamo noi oggi, così come ci è arrivato, è probabilmente l'apice di un certo tipo di cultura del I° secolo a.C., tra il 50 e il 100 a.C. e quasi sicuramente a detta degli esperti, non sono stati i Maya ma i Toltechi a farlo, un popolo che veniva dal nord anche se non si sa di preciso da dove, forse avevano conosciuto altre civiltà! Questo calendario è così preciso, fatto da sacerdoti che erano anche astronomi, filosofi e scienziati, che l'eclissi solare dell'11 agosto 1999 si è verificata con 33 secondi di ritardo rispetto al tempo previsto dai Maya, previsione fatta intorno al 3.000 a.C.!
Il calendario Maya è costituito da 9 elementi fondamentali: il Giorno che si chiama Kin, che nominava anche il Sole e il sacerdote solare, quindi qualcosa di vicino, di caldo, che da vita. Ogni giorno ha un proprio nome e quindi ci sono diversi Kin. Poi ci sono i Uinal, i mesi: sono di 20 giorni più un mese aggiuntivo di 5 giorni per arrivare a 365. Non aggiungevano un giorno ad un mese ogni 4 anni come facciamo noi, non c'era l'anno bisestile, tutti gli anni c'era un mese di 5 giorni, quindi arrivavano sempre a 365. Poi c'era il Tun che equivale all'anno di 365 giorni, il Katun che sono 20 anni, cioè 20 Tun, il Baktun, il Karaktun, che moltiplicano sempre per 20, il Kinciltun fino ad arrivare all'Autun. Vanno poi aggiunte altre piccole modificazioni, in modo da avere una precisione di tempi sulle stagioni e sugli orari, in modo che l'anno era sempre conteggiato con precisione.(tarocchionline.net)

sabato 13 dicembre 2008

Siamo fenici

Si può capire, imparare a conoscere e poi scegliere come viver la propria vita!
La cosa positiva è che siamo fenici, possiamo risorgere dalle ceneri dei nostri errori, più forti, maturi e consapevoli.
Si impara ogni giorno da tutto e tutti e, seppur imperfetti, possiamo esser il meglio di noi stessi ed il meglio di oggi è superiore a quello di ieri e inferiore a quello che potremo essere domani, fermo restando che si desideri imparare, conoscere, capire e non si resti ancorati su quel che si era, per orgoglio o presunzione, come vecchie barche ormeggiate al porto, che la rugine le divora, ma umilmente, si accetti l'indubitata fallibilità del nostro essere umani e si è pronti a mettersi sempre in discussione, per perpetrare in ciò in cui crediamo, e modifichiamo ciò di erroneo, che appartiene al nostro essere.
Così la fenice torna a volare alta nel cielo e la barca, ristrutturata è pronta a nuovi viaggi, impavida e sicura di poter affrontar tempeste sempre più dure, quali la vita ci dà.

TRAINING AUTOGENO

Al giorno d'oggi, lo stress è la malattia del secolo: sono stressati gli impiegati, le mamme, gli studenti, i nonni e perfino i bambini.
Lo stress, se presente in giusta quantità, è NECESSARIO alla nostra vita: infatti, se immaginiamo di dover affrontare un esame, è lo stress che ci spinge a dare il meglio di noi per ottenere una prestazione ottimale. E' però necessario tenerlo sotto controllo perché non diventi nocivo.
Lo stress è un messaggio del nostro corpo che va ascoltato: solo così capiremo cosa il nostro corpo vuole comunicarci e potremo fare un passo in direzione del nostro benessere personale.
La medicina Psico-somatica, attribuisce allo stress una vasta gamma di sintomi e di reazioni fisiologiche. Gli stimoli che danno origine allo stress, possono essere di varia natura: rumore, suoni, luce, caldo, freddo, tensioni familiari, relazioni difficili e disturbate,angosce, paure, ecc.
Il nostro organismo risponde allo stress in 3 fasi:
1) DI ALLARME: in questa fase il nostro organismo riconosce lo stimolo (per esempio la ventola rumorosa di un computer) e cerca di adeguarsi ad esso. Così sentiremo il rumore continuo e fastidioso solo se qualcuno ce lo farà notare.
2) DI RESISTENZA: in questa seconda fase, che segue a quella di allarme, il nostro corpo e la nostra psiche intervengono attraverso una serie di reazioni che coinvolgono tutto il nostro sistema per cercare di combattere il fastidioso rumore.
3) DI ESAURIMENTO: in questa ultima fase, se lo stimolo stressante persiste, l'organismo esaurisce le energie richiamate per fare resistenza, e si instaurano delle risposte organiche e psicologiche complesse quali: ansia, panico, insonnia, depressione, affaticamento, cefalea, palpitazioni, sudore, perdita di memoria o di concentrazione, tensione muscolare, disturbi sessuali (vaginismo, impotenza, eiaculazione precoce), ecc.
Trascurare i sintomi da stress, in molti casi può portare ad una cronicizzazione dei disturbi.
Se avvertite i sintomi elencati nella fase di esaurimento, se siete irascibili e vi alterate per nulla, se faticate a prendere sonno mentre la vostra mente continua a pensare, il Training Autogeno vi può essere di grande aiuto. La causa è in genere psico-somatica, ovvero un insieme di reazioni psicologiche ed organiche associate.
La terapia quindi, non può rivolgersi esclusivamente alla cura di un aspetto tralasciando l'altro: man mano che la cura allevia le cause più profonde del nostro malessere, anche i sintomi esteriori andranno via via scomparendo.
Cos'è il Training Autogeno
Sembra quindi impossibile concedere qualche pausa di rilassamento al nostro corpo e alla nostra mente. Eppure il Training Autogeno (T.A.) consente di raggiungere il totale rilassamento fisico e psichico, tramite una serie di esercizi da svolgere mentalmente e assumendo (come vedremo più avanti) delle ben determinate posizioni. IIdeato da J.H. Schultz, è il più famoso metodo di autodistensione e di rilassamento, finalizzato al recupero energetico, ad eliminare ansia,insonnia, stress, ed utilizzato per aumentare le prestazioni psicofisiche in ogni settore. E' inoltre indicato per curare numerose patologie psicosomatiche, e può essere utilizzato per liberare le forze di autoguarigione, superare blocchi e difficoltà mentali, eliminare abitudini nocive e dipendenze (fumo, alcol, bulimia, ecc.).
E' anche uno strumento utile alle persone sane nella vita di tutti i giorni per riscoprire, conservare e migliorare la propria capacità di essere individui armonici e sereni.
Lo stress, la depressione, la nevrosi, l'insonnia, l'irritabilità, il panico, sono parole entrate nel linguaggio quotidiano e che richiedono un'urgenza di intervento.
La distensione è divenuta un'esigenza. Il training autogeno è un po' come un'isola su cui potete rifugiarvi quando avete bisogno di staccare la spina, di riprendere contatto con i vostri desideri; é un "metodo di autodistensione"; é una tecnica di rilassamento profondo che porta ad allontanarsi temporaneamente dalla realtà.Fuggire ogni tanto sull'isola è un modo per diventare più padroni di sé, che è la condizione indispensabile per sopportare e superare le tensione o per prendere decisioni importanti. La strada che porta su quest'isola è fatta di facili esercizi che coinvolgono soprattutto il pensiero. E come se, con il pensiero, faceste un massaggio al vostro corpo e alla vostra anima: più spesso ripetete questo massaggio, più ne sentirete i benefici. Chi pratica con costanza il training diventa meno sensibile agli stimoli stressanti. Perchè gli esercizi siano efficaci, però, dovete imparare a eseguirli correttamente, con costanza e fiducia. E poi potrete farli ovunque vi troviate, anche in ufficio..
Richiedono poco tempo, basta avere una sedia e trovare un angolo un po'appartato.
A chi serve - Per cosa serve
A tutti e sempre.
Non serve solo a chi sta male, ma anche a chi sta bene, per imparare a stare meglio.
A chi desidera potenziare al massimo le proprie prestazioni sia fisiche che mentali, nel lavoro, nello studio e nei rapporti.
Il T.A. ha la funzione di far raggiungere alle persone una situazione di benessere fisico e psichico; serve per aiutare a vivere meglio lo stress della vita quotidiana, ad avere una visione più positiva dei problemi.
A me che sono adulto, servirebbe perchè...
- Sono ansionso
- Sono depresso
- Sono stanco senza motivo
- Sono più triste di quanto non sarebbe giusto
- Soffro di insonnia
- Mangio troppo
- Bevo troppo
- Mangio poco
- Mangio normalmente ma ingrasso
- Mi sveglio durante la notte
- Mi sveglio stanco come se non avessi dormito
- Somatizzo, cioè soffro di disturbi di tipo psicogeno
- Mi sento fragile e insicuro
- Ho paura del futuro
- Ho paura della solitudine
- Ho paura delle malattie e della morte
- Sono introverso e faccio fatica a stabilire rapporti sociali
- Considero la mia vita ormai inutile
- Non ho più desideri sessuali
- Non sopporto più mia moglie/mio marito
- Sono irritabile e permaloso
- Soffro di ipertensione arteriosa
- Soffro di malattie della pelle
- Soffro di incontinenza "nervosa"
- Desidero migliorare il mio benessere psicofisico ed avere una piacevole sensazione di me stesso.
A me che sono giovane, gioverebbe per uno dei seguenti motivi...
- Migliorare la capacità di memorizzazione e di concentrazione
- Migliorare il rendimento scolastico
- Migliorare il rendimento sportivo
- Migliorare il rendimento lavorativo
- Migliorare il mio aspetto estetico
- Superare la timidezza
- Sentirmi meno stanco e più vitale
- Sentirmi più sicuro di me stesso
- Avere un rapporto migliore con gli altri
- Migliorare il mio rapporto di coppia
- Risolvere i miei disturbi psicosomatici
- Superare l'ansia e le paure.
Come sportivo dovrei apprenderlo per...
- Controllare meglio il mio tono muscolare
- Recuperare più in fretta le energie
- Controllare l'emotività prima della gara
- Imparare a visualizzare il percorso o le varie fasi della gara
- Saper padroneggiare e dosare lo sforzo atletico
- Prefiggermi dei risultati precisi da conseguire
- Mantenere inalterato il senso di fiducia nelle mie possibilità.
Con il T.A. si impara ad avere più sicurezza e fiducia, ad essere più calmi e distesi ed a scaricare meno le tensioni sui vari organi, infatti si hanno efficaci interventi sui disturbi psicosomatici come:
-gastro-intestinali (ulcera, colite, gastrite, stitichezza, diarrea, calcolosi);
-respiratori (asma, rinite, bronchite);
-della pelle (irritazione cutanea, eczema);
-dell'attenzione (cefalea, insonnia);
-cardiocircolatori (tachicardia, ipertensione);
-sessuali (frigidità, impotenza, eiaculazione precoce).

CORSO PRATICO DI TRAINING AUTOGENO

Come si è detto, il T.A. è una tecnica di rilassamento basata sulla concentrazione che può essere appresa sia individualmente sia in piccoli gruppi (6-8 persone) ma sempre con l'aiuto di un istruttore che ha il compito di dosare ogni singolo esercizio in rapporto alla situazione fisica e psicologica dell'allievo.
Generalmente la frequenza è settimanale ed impegna per una decina di incontri ai quali fa seguito un allenamento personale per la pratica degli esercizi ( da ripetere ogni giorno).
Con pazienza e costanza, nel corso di due/tre mesi si conquistano i primi risultati e continuando la pratica si rafforzano i risultati iniziali.
Si realizza in SEIesercizidi concentrazione psichica, che consentono di mettere a riposo i muscoli, il cuore, il respiro, gli organi addominali, i vasi sanguigni, fino a raggiungere un particolare stato di autodistensione che rende possibile il recupero delle energie psicofisiche e lo scaricamento dell'ansia e della tensione.
Il processo di autogenerazione prodotto dal T.A. avviene per stadi successivi. E' quindi necessario che ogni stadio sia raggiunto e mantenuto prima di passare al successivo.
Non abbiate fretta perché l'efficienza del T.A. dipende esclusivamente da COME lo fate e non dal tempo che impiegate per farlo.
Il T.A. non richiede nessuno sforzo fisico, solamente un costante allenamento nella pratica degli esercizi che dovrebbero alla fine rientrare nelle nostre abitudini quotidiane.
E allora cominciamo!
A) Le regole per una buona preparazione (da rispettare sempre)
Prima di iniziare qualsiasi esercizio di T.A. è bene accertarsi di quanto segue:
- L'ambiente deve essere silenzioso e bisogna evitare di essere disturbati durante l'esecuzione degli esercizi. Perciò è bene spegnere il telefono e staccare il campanello della porta (se possibile);
- Nella stanza ci deve essere una luce molto soffusa;
- Non bisogna avere né caldo né freddo e la temperatura deve restare costante;
- Non bisogna indossare niente che stringa o che dia fastidio durante l'esecuzione degli esercizi: allentare la cravatta e la cintura, togliere l'orologio, gli occhiali, le scarpe, slacciare i pantaloni se troppo stretti, ecc;
- E' preferibile svolgere gli esercizi con calma e ad occhi chiusi;
- Per ottenere migliori risultati è opportuno praticare gli esercizi per almeno 10 minuti e almeno una volta al giorno. Si consiglia di non praticarli subito dopo pranzo per evitare colpi di sonno e nemmeno tra un impegno e l'altro per evitare di farli di corsa;
- Alla fine di ogni allenamento bisogna eseguire sempre gli esercizi della ripresa, procedendo come segue: aprire e chiudere per 2 volte la mano destra e poi la mano sinistra; piegare, sempre per due volte, il gomito destro e poi quello sinistro; flettere energicamente per un paio di volte la gamba destra e quella sinistra; fare 4 respiri lenti e profondi; aprire piano piano gli occhi. Anche se si viene disturbati durante un esercizio perché per es. suona il telefono, ci si deve alzare solo dopo aver eseguito gli esercizi della ripresa.
B)Le posizioni
Le posizioni previste per la pratica del T.A. sono tre:
1) SDRAIATA
Questa posizione, almeno all'inizio, è la più comoda e la più utilizzata.
Ci si sdraia supini, le gambe leggermente divaricate con le punte dei piedi all'infuori.
Le braccia sono staccate dal busto, leggermente piegate, con le dita separate tra loro e leggermente arcuate.
Il collo e la schiena devono essere ben appoggiati, con le spalle e la mascella rilassate.
Appena sistemati chiudere gli occhi piano piano.
2) IN POLTRONA
Ci si siede su una sedia appoggiata al muro con la schiena ben aderente allo schienale e la testa appoggiata alla parete. Tra la testa e il muro si può anche mettere un cuscino.
In alternativa si può utilizzare una poltrona.
Le gambe devono essere flesse a 90° con i piedi ben appoggiati e le punte rivolte verso l'esterno. Le braccia devono essere appoggiate ai poggioli (se ci sono) oppure sulle cosce.
Se ci sono i poggioli lasciare penzolare le mani, altrimenti, se le mani sono appoggiate sulle gambe, separare le dita e arcuarle leggermente.
Rilassare le spalle e la mascella. Chiudere piano piano gli occhi.
3) DEL COCCHIERE A CASSETTA
Questa posizione, per il fatto che richiede esclusivamente di essere seduti ma senza un particolare appoggio di base, può essere praticata in qualunque posto vi troviate (anche su un sasso, sul water, su uno sgabello).
Ci si siede sulla sedia molto in avanti, senza appoggiarsi allo schienale. I piedi devono essere ben appoggiati a terra, con le punte rivolte all'esterno.
Flettere la schiena e appoggiare gli avambracci sulle cosce e lasciare penzolare le mani tra le gambe (possibilmente evitando che si tocchino l'un l'altra).
Lasciare penzolare il collo in avanti il più possibile e rilassare le spalle e la mascella.
Chiudere gradatamente gli occhi.
Per cominciare è consigliata la posizione SDRAIATA, ma è comunque bene provare tutte e tre le posizioni in quanto ognuno di noi ne ha una che preferisce.
C) La respirazione
Per la pratica del T.A. é di fondamentale importanza il modo in cui respiriamo. Inspirare non molto profondamente e trattenere il fiato contando mentalmente 1001, 1002, 1003, 1004, 1005. Iniziare quindi ad espirare ed inspirare successivamente contando fino a 3 ogni volta che si inspira e si espira. Tutto questo per la durata di un minuto. Ora siete pronti ad iniziare il primo esercizio.
ESERCIZIO INTRODUTTIVO : IL RILASSAMENTO
Il primo esercizio, quello del RILASSAMENTO, è come una specie di introduzione.
E' utile per rilassarsi completamente, in modo da essere nelle condizioni ottimali per affrontare tutti gli esercizi che seguono.
Creare l'ambiente ideale, come descritto nelle regole di cui sopra.
Assumere la posizione sdraiata spiegata in precedenza e piano piano chiudere gli occhi.
Mentalmente, e molto lentamente, ripetere più volte le frasi seguenti cominciando dalla prima e passando alla successiva solo quando si è ottenuto un buon risultato:
- Sono calmo e rilassato e i miei muscoli si stanno rilassando;
- Sono rilassati tutti i muscoli della mia faccia e del collo: la fronte, le palpebre sono pesanti, le guance, la bocca, il collo e le spalle;
- Sono rilassate le mie braccia, le spalle, gli avambracci, le mani e le dita;
- Sento il calore delle mani sulla stoffa;
- Anche la schiena si sta rilassando: la colonna vertebrale e tutti i muscoli;
- Si sta rilassando il mio bacino e i miei fianchi, le natiche e tutto il sedere;
- Sono rilassate le mie gambe, le cosce, i polpacci, i muscoli dei piedi e le dita;
- Sento il calore del contatto del mio corpo sulla coperta;
- Ora tutti i muscoli del mio corpo sono rilassati;
- Sono perfettamente calmo e rilassato.
Mentre si ripetono le frasi mentalmente, immaginare di essere liberi come la pioggia che scivola via dai tetti quando piove, come le onde del mare che scorrono avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro…
Alla fine, ricordarsi di fare sempre gli esercizi della RIPRESA.
All'inizio noterete una certa resistenza del vostro corpo a lasciarsi andare. Ci saranno pensieri che si affollano nella mente e vi distraggono, un senso di nervosismo alle gambe e alle braccia, un prurito esteso sul corpo, molta salivazione, necessità di aprire gli occhi, ecc.
Queste resistenze scompariranno piano piano con l'allenamento.
L'importante è non forzare le nostre sensazioni: arriveranno con il tempo.
Non ci si devono imporre dei limiti di tempo: ognuno, prima o poi, arriva al traguardo.
E allora? Perché correre?
ESERCIZIO N°1 : LA PESANTEZZA
Dopo l'esercizio introduttivo del rilassamento, passiamo ad un esercizio vero e proprio: quello della PESANTEZZA. Come potrete rendervi conto, le zone del corpo sulle quali ci concentriamo non aumentano realmente di peso. Sono solo delle sensazioni dovute alla muscolatura volontaria, quella cioè che si muove secondo la nostra volontà.
Dopo aver verificato che l'ambiente, l'abbigliamento e la posizione siano quelli precedentemente descritti, chiudiamo gli occhi e ripetiamo per 3 - 4 volte l'esercizio della respirazione.
Poi lasciamo che il nostro respiro vada da sé e concentriamoci sul nostro corpo.
A questo punto ripetiamo mentalmente e molto lentamente le frasi seguenti, passando alla successiva solo quando si avverte il peso della parte del corpo sulla quale ci stiamo concentrando:
- Partiamo con la formula della calma e ripetiamo:
io sono perfettamente calmo e rilassato (una ripetizione lenta);
Poi passiamo alle frasi seguenti, concentrandoci sulla parte del corpo interessata:
- Il mio braccio destro è pesante (5-6 ripetizioni lente);
- Il mio braccio sinistro è pesante (5-6 ripetizioni lente);
- Le mie due braccia sono pesanti (5-6 ripetizioni lente);
- Le mie due gambe sono pesanti (5-6 ripetizioni lente);
- Le mie due braccia e le mie due gambe sono pesanti (5-6 ripetizioni lente);
- Tutto il mio corpo è pesante (5-6 ripetizioni lente);
- Chiudiamo con la formula della calma e ripetiamo:
io sono perfettamente calmo e rilassato (una ripetizione lenta).

A questo punto eseguire gli esercizi della RIPRESA come precedentemente spiegato.
Se per raggiungere la sensazione di pesantezza nella parte del corpo sulla quale ci stiamo concentrando non sono sufficienti 5-6 ripetizioni lente, proseguiamo fino a quando otterremo la sensazione voluta.
Attendere sempre in modo passivo l'arrivo della pesantezza, senza sforzarci a tutti i costi che questa arrivi.
Man mano che ci si allena, il tempo impiegato per raggiungere la sensazione cercata diminuisce sempre di più. Perciò una persona ben allenata può effettuare gli esercizi in tempi sicuramente più brevi rispetto a una persona che non lo è.
Per questo è importante la costanza e la regolarità nel fare l'allenamento.
ESERCIZIO N° 2 : IL CALORE
Il sistema in cui circola il sangue è costituito da arterie, vene, capillari.
Attraverso queste vie il sangue giunge in tutte le cellule rinnovando la provvista di ossigeno e liberandole dalle scorie accumulate.
Con questo terzo esercizio, si passa ad una fase molto importante: la distensione vascolare.
Ne consegue un maggior afflusso sanguigno alle zone del corpo interessate dall'esercizio che percepiranno una sensazione di leggero calore. Questa volta però, il calore che si avverte non è solo una sensazione ma è reale.
Infatti, quando noi siamo rilassati, o quando dormiamo, la temperatura del nostro corpo sale anche di un grado: ecco il perché dei brividi presenti quasi sempre al risveglio.
Ed ora passiamo all'esercizio vero e proprio.
- Partiamo con la formula della calma e ripetiamo:
io sono perfettamente calmo e rilassato (una ripetizione lenta);
Poi ripetiamo tutto l'esercizo della pesantezza:
- Rinnoviamo quindi la formula della calma dicendo:
io sono perfettamente calmo e rilassato (una ripetizione lenta);
- Ora concentriamoci nuovamente sul braccio destro.
Ripetiamo quindi tutte le formule fatte per il peso, ma dicendo:
- Il mio braccio destro è piacevolmente caldo (5-6 ripetizioni lente);
- Il mio braccio sinistro è piacevolmente caldo (5-6 ripetizioni lente);
- Le mie due braccia sono piacevolmente calde (5-6 ripetizioni lente);
- Le mie due gambe sono piacevolmente calde (5-6 ripetizioni lente);
- Le mie due braccia e le mie due gambe sono piacevolmente calde (5-6 ripetizioni lente);
- Tutto il mio corpo è piacevolmente caldo (5-6 ripetizioni lente);
- Chiudiamo ancora con la formula della calma e ripetiamo:
io sono perfettamente calmo e rilassato (una ripetizione lenta).
A questo punto eseguire gli esercizi della RIPRESA come precedentemente spiegato.
Come avrete notato, la formula della calma va sempre ripetuta all'inizio e alla fine, e va anche inserita tra un passaggio e l'altro (per es. tra la pesantezza e il calore).
Come sempre, l'atteggiamento deve essere di attenzione passiva: non ci si deve sforzare di raggiungere ad ogni costo la sensazione voluta, ma aspettare con pazienza che questa arrivi da sola.
Come per l'esercizio precedente, è bene ripetere ogni fase più volte, per ottenere un migliore risultato. Alcune persone reagiscono provando una sensazione di freddo, altre provando un senso di formicolio alle mani e ai piedi.
Non vi preoccupate: sono tutti dei segnali autogeni, perciò siete sulla buona strada!
A questo punto eseguire gli esercizi della RIPRESA come precedentemente spiegato.
Come avrete notato, la formula della calma va sempre ripetuta all'inizio e alla fine, e va anche inserita tra un passaggio e l'altro (per es. tra la pesantezza e il calore).
Come sempre, l'atteggiamento deve essere di attenzione passiva: non ci si deve sforzare di raggiungere ad ogni costo la sensazione voluta, ma aspettare con pazienza che questa arrivi da sola.
Come per l'esercizio precedente, è bene ripetere ogni fase più volte, per ottenere un migliore risultato. Alcune persone reagiscono provando una sensazione di freddo, altre provando un senso di formicolio alle mani e ai piedi.
Non vi preoccupate: sono tutti dei segnali autogeni, perciò siete sulla buona strada!
ESERCIZIO N° 3: IL CUORE
Come tutti sanno, il cuore è uno degli organi principali del nostro corpo.
Nonostante questo, il nostro cuore va da sé, non c'è bisogno che noi gli diamo l'impulso per battere, o che ci impegniamo per farlo funzionare.
E' anche vero che del nostro cuore ci ricordiamo raramente: infatti lo sentiamo solo quando siamo affaticati, come dopo una corsa, oppure quando siamo ansiosi o spaventati perché batte più forte, ci martella il petto.
Da qui le famose espressioni ho il cuore in gola oppure mi è venuto un tuffo al cuore.
Eppure dovremmo imparare a sentire il nostro cuore anche quando batte lento, quando siamo calmi e rilassati e il suo battito si avverte appena.
Con questo esercizio infatti, ci proponiamo proprio di imparare ad ascoltare il nostro cuore nei momenti in cui è molto tranquillo.
Questo esercizio serve per imparare a rilassare il nostro cuore, a rallentare il ritmo cardiaco, soprattutto nei momenti di forte tensione e stress, quando la prima espressione del nostro malessere, assieme alla sudorazione, alla salivazione, alle vertigini, ecc., è proprio la percezione di un forte batticuore.
Generalmente nei primi minuti in cui l'esercizio viene eseguito, avvertiamo una variazione dei battiti del nostro cuore, una leggera accelerazione. Questo perché ponendo l'attenzione proprio su di esso, il nostro cuore reagisce aumentando i battiti.
Ma è comunque una reazione normale, che in pochi minuti scompare.
Dopo aver eseguito i soliti controlli su posizione, abbigliamento e ambiente, sdraiamoci in posizione supina, appoggiando la mano destra sul cuore.
A questo punto chiudiamo gli occhi ed eseguiamo 4/5 respirazioni controllate. Dopodiché lasciamo andare il respiro da solo e concentriamoci sul nostro corpo.
- Cominciamo con una ripetizione della formula della calma e passiamo poi all'esercizio della pesantezza da ripetere per 5/6 volte;
- Quando tutto il nostro corpo è pesante, rinnoviamo la formula della calma e passiamo all'esercizio del calore da ripetere per 5/6 volte;
- Rinnoviamo ancora la formula della calma;
- Ora restiamo fermi, con un atteggiamento passivo, e cerchiamo di sentire il nostro cuore che batte, che batte, che batte continuando a ripetere la formula il mio cuore batte calmo e regolare (5/6 ripetizioni);
se necessario aumentare pure il numero di queste ultime ripetizioni, fino al raggiungimento del risultato voluto.
- A questo punto rinnoviamo la formula della calma ed eseguiamo gli esercizi della ripresa.
Certamente le prime volte ci sarà difficile, quasi impossibile, percepire i battiti del nostro cuore il quale, essendoci prima rilassati con gli esercizi della pesantezza e del calore, batte già molto lentamente.
Sentiremo forse le pulsazioni del sangue alle estremità delle dita delle mani o sul collo.
Ma con costanza e con un allenamento regolare, sempre mantenendo un atteggiamento passivo, di paziente attesa, impareremo ad ascoltare la calma dei battiti del nostro cuore.
ESERCIZIO N° 4: IL RESPIRO
Come tutti sappiamo, la respirazione è un processo molto importante (anzi necessario) per la nostra esistenza. E' un movimento spontaneo che il nostro corpo svolge in modo automatico, senza bisogno di dire adesso respiro o di farlo in modo forzato.
L'atto respiratorio è un processo vitale composto da due movimenti: inspirazione ed espirazione. Questi movimenti, se eseguiti al ritmo giusto, permettono al nostro corpo di stare bene. Lo scopo di questo esercizio è quello di prendere coscienza che il corpo respira da solo. Perciò nell'esecuzione dell'esercizio, il nostro respiro non va vissuto emotivamente o controllato (magari contando fino a tre come abbiamo fatto all'inizio del nostro corso di T.A.), ma va lasciato andare da solo. Noi dobbiamo solo percepire l'estendersi ed il restringersi della cassa toracica, il sollevarsi e l'abbassarsi dell'addome. Dobbiamo proprio lasciarci guidare dal ritmo naturale del nostro respiro, dobbiamo essere noi ad ascoltare il suo ritmo, veloce o lento che sia. Se tutti gli esercizi precedenti sono stati svolti correttamente ottenendo le sensazioni prefissate, anche questo esercizio ci dovrebbe risultare facile.
Dopo aver eseguito i soliti controlli su posizione, abbigliamento e ambiente, sdraiamoci in posizione supina (non è necessario appoggiare la mano destra sul cuore, ma siete comunque liberi di farlo).
A questo punto chiudiamo gli occhi ed eseguiamo 4/5 respirazioni controllate. Dopodiché lasciamo andare il respiro da solo e concentriamoci sul nostro corpo.
- Cominciamo con una ripetizione della formula della calma e passiamo poi all'esercizio della pesantezza da ripetere per 5/6 volte; dato il nostro ormai lungo allenamento, proviamo a cercare di avvertire la pesantezza addirittura in tutto il corpo, senza più passare dalle braccia e poi dalle gambe.
- Quando tutto il nostro corpo è pesante, rinnoviamo la formula della calma e passiamo all'esercizio del calore da ripetere per 5/6 volte; anche per il calore, proviamo ad avvertirlo addirittura in tutto il nostro corpo.
- Rinnoviamo ancora la formula della calma;
- Ora restiamo fermi, con un atteggiamento passivo, e cerchiamo di sentire il nostro cuore continuando a ripetere la formula il mio cuore batte calmo e regolare (5/6 ripetizioni); è possibile farlo anche senza appoggiare la mano destra sul cuore.
- Rinnoviamo nuovamente la formula della calma;
- A questo punto soffermiamoci a sentire, quasi abbandonati al suo ritmo, il nostro respiro. Concentriamoci sul movimento del torace e della nostra pancia ed immaginiamo una spugna che si restringe e si espande, si restringe e si espande, si restringe e si espande ...
accompagnandoci con la formula il mio respiro è calmo e regolare (5/6 ripetizioni).
- A questo punto proviamo a riprendere tutti assieme, tre concetti fondamentali: la calma, il peso e il calore ripetendo la formula il mio corpo è calmo... pesante... caldo (5/6 ripetizioni)
cercando di percepire tutte e tre le sensazioni contemporaneamente.
- Rinnoviamo la formula della calma ed eseguiamo gli esercizi della ripresa.
Anche questo esercizio, come tutti gli altri, va eseguito in modo passivo, aspettando l'arrivo della sensazione voluta senza forzarla ad arrivare.
ESERCIZIO N°5: IL PLESSO SOLARE
Il plesso solare è una zona che corrisponde alla regione addominale tra l'ombelico e lo stomaco.E' anche la sede di un centro psichico (detto chakra) che viene chiamato ombelicale ed è strettamente associato ad emozioni e sentimenti. Infatti tante volte si usa l'espressione sento come un pugno allo stomaco oppure ho lo stomaco chiuso quando siamo presi da forti emozioni. Sovente in situazioni stressanti o che mettono alla prova i nostri nervi avvertiamo un certo sfarfallio proprio a livello dello stomaco. Spesso i principali sintomi di ansia e stress si ripercuotono nella zona del plesso solare, causando così dissenteria o stipsi, colon irritabile, fame nervosa o difficoltà ad ingerire anche un solo sorso d'acqua, ecc.
Tutto questo perché nella zona del plesso solare si trovano tantissimi ricettori nervosi che avvertono anche il nostro più piccolo cambiamento d'umore.
Ecco perché tante volte un po' di calore proprio in questa zona ci fa sentire subito meglio. Questo si ottiene bevendo un latte caldo o una tisana o appoggiando la borsa dell'acqua calda proprio sulla pancia. E il calore che avvertiamo ci distende effettivamente, il beneficio è reale.
Plesso significa quindi insieme di cose e solare deriva da sole e sta proprio ad indicare il calore.
Cominciamo allora con il nostro esercizio.
Controlliamo posizione, abbigliamento e ambiente.
Sdraiamoci in posizione supina (non è necessario appoggiare la mano destra sul cuore, ma siete comunque liberi di farlo).
La mano sinistra va invece appoggiata così: il pollice sullo sterno, il mignolo sull'ombelico e poi appiattiamo la mano in modo che essa si trovi esattamente sul nostro plesso solare.
A questo punto chiudiamo gli occhi ed eseguiamo 4/5 respirazioni controllate. Dopodiché lasciamo andare il respiro da solo e concentriamoci sul nostro corpo.
- Cominciamo con una ripetizione della formula della calma e passiamo poi all'esercizio della pesantezza da ripetere per 5/6 volte cominciando addirittura da tutto il corpo, senza più passare dalle braccia e poi dalle gambe.
- Quando tutto il nostro corpo è pesante, rinnoviamo la formula della calma e passiamo all'esercizio del calore da ripetere per 5/6 volte (anche questo proviamo ad avvertirlo addirittura in tutto il corpo).
- Rinnoviamo ancora la formula della calma e passiamo all'es. n°3 che ci permette di sentire il nostro cuore.
- Ripetiamo la formula della calma;
- A questo punto scivoliamo con la mente al nostro respiro e abbandoniamoci al suo ritmo ripetendo la formula 5/6 volte.
- Rinnoviamo la formula della calma ed ora concentriamoci sul nostro plesso solare ripetendo 5/6 volte la formula il mio plesso solare è piacevolmente calmo oppure il mio plesso solare emana calore. Aiutiamoci a sentire il calore visualizzando delle immagini, tipo bere qualcosa di caldo o appoggiare sulla pancia la borsa calda.
- Ora rinnoviamo la formula della calma e proviamo a percepire tutte e tre assieme la calma, il peso e il calore ripetendo la formula (5/6 ripetizioni).
- Quindi eseguiamo gli esercizi della ripresa.
La sensazione di calore percepita è molto piacevole e il calore si espande piano piano a tutti gli organi addominali. Se eseguito bene e con regolarità, questo esercizio può alleviare il dolore addominale nei giorni delle mestruazioni (causando però una dilatazione dei vasi sanguigni, è sconsigliato durante il primo giorno del ciclo perché può fare notevolmente aumentare il flusso).
Regolarizza inoltre le funzioni digestive e intestinali.
ESERCIZIO N°6: LA FRONTE FRESCA
Questo esercizio è quello che conclude il nostro corso di T.A. Spesso diciamo ho un cerchio alla testa oppure mi scoppia la testa. Quando abbiamo mal di testa, spesso siamo anche pallidi. Questo succede perché all'interno i vasi sanguigni si dilatano, scorre più sangue e da qui la sensazione di mal di testa. Contemporaneamente, all'esterno del viso i nostri vasi sanguigni si restringono, l'afflusso sanguigno diminuisce e diventiamo pallidi. La sensazione di fronte fresca serve perciò per alleviare il calore all'interno della nostra testa e quindi anche il male che avvertiamo. Ma, essendo una zona molto sensibile, non bisogna esagerare, bastano poche ripetizioni altrimenti rischiamo di ottenere l'effetto contrario.
Allora cominciamo.
Chiudiamo gli occhi ed eseguiamo 4/5 respirazioni controllate. Dopodiché lasciamo andare il respiro da solo e concentriamoci sul nostro corpo.
- Cominciamo con una ripetizione della formula della calma e passiamo poi all'esercizio della pesantezza da ripetere per 5/6 volte cominciando addirittura da tutto il corpo, senza più passare dalle braccia e poi dalle gambe.
- Quando tutto il nostro corpo è pesante, rinnoviamo la formula della calma e passiamo all'esercizio del calore da ripetere per 5/6 volte (anche questo proviamo ad avvertirlo addirittura in tutto il corpo).
- Rinnoviamo ancora la formula della calma e passiamo all'es. n°3 che ci permette di sentire il nostro cuore.
- Ripetiamo la formula della calma;
- A questo punto scivoliamo con la mente al nostro respiro e abbandoniamoci al suo ritmo ripetendo la formula 5/6 volte.
- Rinnoviamo la formula della calma ed ora concentriamoci sul nostro plesso solare ripetendo la formula 5/6 volte .
- Adesso, sempre dopo aver ripetuto la formula della calma, scivoliamo con il pensiero alla nostra fronte e proviamo ad immaginarla piacevolmente fresca (ma non fredda!), aiutandoci con la formula la mia fronte è piacevolmente fresca (5/6 ripetizioni).
Possiamo aiutarci visualizzando delle immagini come quella di appoggiare uno straccio bagnato sulla fronte, o immaginando una leggera brezza che ci sfiora il viso.
- Ora rinnoviamo la formula della calma e proviamo a percepire tutte e tre assieme la calma, il peso e il calore ripetendo la formula (5/6 ripetizioni).
- Quindi eseguiamo gli esercizi della ripresa.
A questo punto il nostro corso sarebbe terminato. Ci rendiamo però conto che per poter fare tutti gli esercizi, dalla calma alla fronte fresca, abbiamo bisogno di parecchio tempo. Se una persona dispone di questo tempo, può benissimo ripetere gli esercizi con la formula lunga, cioè così come sono stati sopra descritti, ripetendo ogni formula per 5/6 volte.
Ma, per chi disponesse di minor tempo, è possibile utilizzare la formula breve che consente di unire peso e calore (1° e 2° esercizio) in unìunica ripetizione così formulata il mio corpo è pesante e caldo da mantenere solo per 2/3 ripetizioni. Anche le formule degli esercizi seguenti, dal 3° al 7°, vanno ripetute solamente 2/3 volte. Queste però non possono essere unite, ma vanno sempre mantenute separate una dall'altra.
Il consiglio però, è quello di usare la formula breve solamente alla fine del corso, quando abbiamo raggiunto un buon grado di preparazione e quindi ci bastano poche ripetizioni per far affiorare le sensazioni volute.
SUGGERIMENTI FINALI
FORMULE D'ORGANO E FORMULE INTENZIONALI
Ora che il nostro grado di preparazione è buono, possiamo arricchire il nostro corso di T.A. con delle formule da aggiungere alla fine di tutti i nostri esercizi.
Cosa sono queste formule?
Sono delle frasi create da noi stessi, con delle nostre parole e in base alle nostre esigenze, che hanno uno scopo per così dire terapeutico.
Possono essere usate per intervenire su una parte del nostro corpo che ci fa male (FORMULE D'ORGANO) oppure su un aspetto del nostro carattere che non ci piace o che vogliamo migliorare o per eliminare alcuni vizi come quello del fumo (FORMULE INTENZIONALI).
Questo formule devono essere sempre di tipo passivo, non devono mai contenere un ordine o un'imposizione. Se per esempio una persona vuole smettere di fumare, la formula non deve essere io non devo fumare! ma potrebbe essere così impostata il fumo non mi interessa.
Una volta preparata la formula che in quel momento sentiamo necessaria per il nostro benessere, la ripetiamo sempre alla fine dei nostri esercizi di T.A., per 4/5 volte. Perché una formula sia efficace, è bene mantenerla per 3/4 settimane prima di passare ad un'altra.
Molte persone, con l'applicazione costante e prolungata degli esercizi di Training Autogeno arricchiti da formule d'organo o intenzionali, sono state sottoposte ad interventi di vario genere (per es. dentistici) senza la necessità di utilizzare l'anestesia, hanno smesso di fumare, sono guariti da dolori fisici cronici senza la necessità di ricorrere ai farmaci, hanno guarito l'insonnia, hanno migliorato alcuni aspetti del loro carattere come l'impulsività, la fretta, la mania di perfezionismo, ecc.
Ecco sotto alcuni esempi di formule d'organo o intenzionali che possiamo utilizzare, o dalle quali possiamo prendere spunto per crearne delle nostre, su misura per noi.
FORMULE D'ORGANO
- I miei occhi, le mie palpebre, sono fresche ---> per bruciore o male di occhi
- Le mie spalle e il mio collo sono caldi ---> per dolori a collo e spalle
- Il calore mi fa venire sonno, esso mi addormenta ---> per insonnia
- Il mio dente (occhio, orecchio, ecc.) è fresco ---> per mal di denti, orecchie, ecc.
FORMULE INTENZIONALI
- Nessuno è perfetto, i dettagli non contano ---> per gli ossessionati dalla perfezione
- La fretta non mi importa, posso aspettare ---> per stimolare la calma
- Le cose possono anche essere fatte con calma ---> per chi ha sempre fretta
- Il fumo non mi interessa ---> per smettere di fumare
- Arrabbiarmi non mi interessa, ne vale davvero la pena? ---> per l'autocontrollo
- I miei sogni sono interessanti ---> per ricordare i sogni
Concluderei quindi augurando a tutti di riuscire ad arrivare al termine del nostro corso, fino a raggiungere quell'estrema sensazione di benessere che io ho provato e con la quale sembra di essere leggerissimi, senza peso, come un pallone che galleggia nell'aria.
Una volta raggiunto questo stato, è comunque possibile eseguire altri esercizi come quelli della visualizzazione che però io non ho provato e dei quali dunque non vi so dire nulla.
Tutto ciò per dimostrare come il nostro corpo e la nostra mente sono dei veri misteri ancora da scoprire, capaci di compiere chissà che cosa! (misterieleggende.com)       

Come i salmoni

Spesso la gente preferisce contornarsi di falsità, diplomazia e accondiscendenza, non vuol sentire altro che quello che fa piacere a loro, perché vuol essere cieca, sorda e perseverare nei propri "errori".
La verità viene sottovalutata, disprezzata, calunniata e considerata erronea: scomoda!
Io vado, come al solito, contro corrente, come i salmoni ed il mio motto è:
meglio una brutta verità, che una bella bugia, che per quanto possa essere consolante, rassicurante o lusinghiera, sempre menzogna e falsità resta!
Il pensiero, nudo e, a volte, molto crudo, può ferire, può far mettere in discussione i nostri riferimenti, sconvolgere e crollare ogni nostra erronea certezza, ma, alla fine, è sempre il più valido aiuto, di chi ci vuol veramente bene, per aprire gli occhi su una realtà, spesso, scomoda e diversa dalla nostra illusoria visione.
E' proprio la verità il primo punto saldo e riferimento, che dovremmo seguire e perseguire, nonostante tutto e tutti, sempre!

IL DELFINO

Il delfino ci aiuta a imparare la lezione del respiro, che ci unisce direttamente alla vita e alla forza vitale.
Cambiando il ritmo del nostro respiro, possiamo infatti gettare ponti verso altri mondi e altri esseri.
E il respiro che ci collega a tutto il creato e al suo artefice, il Grande Spirito.
Come il delfino stesso, anche le persone in possesso della sua forza caratteristica possono fungere da tramite tra gli uomini e gli esseri che abitano il cosiddetto tempo del sogno, tra il regno umano e la forza divina.
Il delfino ci insegna anche a superare con gioia e leggerezza gli ostacoli sul nostro cammino, mostrandoci come esso sa cambiare il proprio ritmo e quindi i propri schemi energetici.
Cercate di creare una connessione con il popolo delle stelle! Cercate di liberarvi consapevolmente da tutti i pesi e gli impedimenti proiettandoli all'esterno del vostro corpo e del vostro essere mediante l'espirazione!(indianiamericani.it)

giovedì 11 dicembre 2008

Amici schizzofrenici mi hanno fatto riscoprire la vera umanità!

Spesso si ha paura degli schizofrenici, non sapendo neanche in che consiste la patologia e le possibili reazioni dei pazienti.
La cosa peggiore è che proprio chi sbandiera di volerli aiutare e sostenere, anche cercando fondi, poi preferisce non esserci, durante le loro attività, perché non vuole esser presente, se dovessero scompensare.
Ragazzi con una sensibilità unica, arguti e grandi osservatori, che mi hanno insegnato molto, nella loro semplicità e complessità, nel loro egoismo, indotto dalla società ghettizzante, e nella loro umanità. Egocentrici, estrosi, a volte, pesanti, prepotenti e capricciosi, ma in fondo solo desiderosi d'essere accettati, così come sono.
Qualcuno dice:"A cosa servono? Inutili pesi per la società!"
NO!
Sono il frutto di questa società e sono urla in un mondo di sordi.
Sono malati, ma forse molto più sani di quelli, che si ritengono normali.
E chi decide cosa sia normale?
Son orgogliosa di dire che ho amici schizofrenici, che mi hanno fatto riscoprire la vera umanità!

COMPLESSO DI EDIPO - COMPLESSO DI ELETTRA

E' un termine psicanalitico, introdotto da Sigmund Freud, per indicare quel complesso psichico il cui contenuto essenziale ricorda la leggenda greca del re Edipo, che uccise, senza saperlo, il padre e sposò la propria madre. La leggenda di Edipo è nata da un antichissimo materiale onirico, avente per contenuto il turbamento prodotto dai primi moti della sessualità. Secondo l'interpretazione freudiana, il mito greco non è pertanto che un simbolo delle violente passioni che agitavano l'uomo primitivo. Sotto la spinta degli istinti sessuali, egli bramava il possesso della madre e, per raggiungere il proprio fine, arrivava a sopprimere il rivale, cioè il padre. Soltanto più avanti, col progredire della civiltà, i freni inibitori trattennero il figlio da azioni estreme, ma non bastarono a cancellare i sentimenti che, per quanto indeboliti da una repressione di vari millenni, continuano a riaffiorare e turbano gli anni dell'infanzia, lasciando spesso tracce durevoli, generalmente sotto forma di lievi disturbi del carattere o, in casi eccezionali, sotto forma di nevrosi o di gravi malattie mentali. Il complesso di Edipo, comunque, costituisce una fase normale dell'evoluzione della libido infantile e si manifesta attraverso lievi e appena percettibili sfumature negli affetti familiari, cioè con una propensione affettiva più accentuata verso l'uno, anziché l'altro, dei genitori, con certe impennate, disubbidienze, apparenti incoerenze nel comportamento, ecc. Inoltre, la rivalità col padre, almeno in parte, è attribuibile al bisogno di affetto e di protezione materna del bambino e alla sua riluttanza a dividere le attenzioni della madre con chiunque altro e, in particolare, col padre. Il complesso di Edipo, si svilupperebbe verso i quattro anni, cioè dopo che il bambino è entrato nella fase genitale o fallica, dirigendo i propri impulsi verso l'adulto di sesso opposto con cui ha più stretti legami, cioè nel caso del maschio verso la madre. In seguito, con lo sviluppo del Super-Io, queste tendenze vengono represse, così che nell'adulto normale si trovano solo nell'inconscio, pur potendo indirettamente influire sulla sua vita sessuale. Nel risolvere i propri problemi edipici, sviluppando il Super-Io, il bambino genera, secondo la teoria freudiana, il complesso di castrazione, del resto già simbolicamente presente nella tragedia di Sofocle. Infatti, l'accanimento con cui Edipo si punisce, dopo aver scoperto il proprio crimine, non è altro che un surrogato simbolico, confermato dalla simbologia onirica della castrazione. In origine, la denominazione "Complesso di Edipo" si riferiva sia alle relazioni affettive del figlio con la madre che a quelle della figlia col padre. Per il complesso edipico nella femmina si è poi scelta la denominazione di complesso di Elettra.(Scritto da Fabbian - skuola.tiscali.it)

Dai 3 ai 5 anni circa, secondo la divisione per fasi dello sviluppo di Freud, il bambino/a vive la fase fallica (ossia la scoperta dei genitali quindi l’essere uomo o donna come genere-gender).
Proprio in questa fase, il bambino deve fare i conti con l’oggetto materno.
Se femmina, inizia a provare desiderio per il padre (infondo anche la madre stessa lo ama) e inizia così un gioco di imitazione. La bimba mette i gioielli di mamma, le scarpe alte, si trucca ecc. Alcune bambine dicono frasi tipo “Papà quando sono grande ci sposiamo”
Inizia una sorta di conflitto per avere l’attenzione e l’amore del genitore del sesso opposto e, allo stesso tempo, si desidera che il genitore del medesimo sesso, venga messo in secondo piano.
Attenzione: la versione femminile del complesso di Edipo è detta complesso di Elettra e secondo alcuni sarebbe stato teorizzato da C.G. Jung e non da Freud. Quindi il complesso di Edipo è quello provato dal bambino; il compelsso di Elettra è quello sperimentato dalla bambina (di cui si legge sopra).
Il complesso di Edipo quindi, si concretizza con la volontà di danneggiare il padre (nella leggenda Edipo uccide il padre) per avere l’amore della madre.
Tornando alla parte un po’ più pratica, si ha in questa fase, l’identificazione sessuale e si inizia ad imitare in una sorta di identificazione, il genitore del proprio sesso. Per questo è ritenuto importante poichè il bambino in questa fase fallica (o genitale) sperimenta la sua sessualità, inizia a scoprire il proprio corpo e da soggetto bisessuale (intenso come sia maschile che femminile) ha modo di divenire soggetto sessuato (maschio o femmina- uomo o donna). Sposta l’attenzione dal Sè come oggetto principale (legato alla fase orale, anale da cui dipendono la sopravvivenza) agli affetti e alla sessualità della fase fallica.
La risoluzione del complesso di Edipo o di Elettra in modo positivo piuttosto che negativo, facilita lo svilupparsi di nevrosi in età adulta o altri disagi. Ecco perchè a volte si sente parlare anche per gli adulti di complesso edipico non risolto. (Scritto da Silvia Ancordi - guide.supereva.it)

mercoledì 10 dicembre 2008

Siamo noi gli artefici del nostro destino


Nei momenti felici il ritmo cardiaco diminuisce, la chimica del corpo e il sistema immunitario migliorano, ecco spiegato, scientificamente, perchè chi è felice non si ammala.
Essere felici significa essere in contatto con quello che siamo veramente.
Fondamentale è che non è un obiettivo da raggiungere, ma un percorso.
Spesso erroneamente la cerchiamo in qualcosa al di fuori di noi, mentre noi abbiamo tutto quello che dobbiamo avere per essere felici, come la libertà interiore.Non è l'obiettivo, ma il come la si realizza che è vera felicità.E non dobbiamo assolutamente invidiare qualcun altro, perchè non sappiamo come è stata la sua esistenza.Ognuno vive la propria vita, senza esibire la propria gioia, cercando consensi, l'essere è essenziale, mentre l'apparire è superficialità sterile, non si vive attraverso l'opinione degli altri.
Bisogna anche sapersi fermare al momento giusto, non volerci cibare di tutto, esser meno presenzialisti e non strafare.
Moderazione, non accontentarsi, ma capire in ogni istante quello che veramente va bene oppure no per noi.Bruckner dice che il segreto di una vita felice è infischiarsene della felicità:non cercarla mai in quanto tale, accoglierla senza mai chiedersi se è meritata; non cercar mai di trattenerla e non disperare per la sua perdita.La felicità non è una strada da seguire, ma un sentiero, spesso accidentato e ricco di imprevisti da affrontare.

LEGGI DELLA GESTALT

Quando si parla di percezione si finisce inevitabilmente a parlare della teoria della Gestalt o “teoria della forma”. Questa teoria prende il nome da una scuola strutturalista tedesca (Scuola di Berlino) che negli anni ’20 modifico lo sviluppo della psicologia. L’impostazione di questa scuola, infatti, si contrapponeva a quella dominante tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 definita “associazionistica” perché riteneva che la percezione di un oggetto fosse il risultato della associazione di elementi sensoriali distinti.
La nascita della psicologia della Gestalt si fa risalire esattamente al 1912, quando Max Wertheimer scrisse un articolo in cui identificava un processo percettivo unitario - da lui chiamato fattore "phi" - grazie al quale i singoli stimoli verrebbero integrati, nel soggetto, in una forma dotata di continuità. Ciò significava che quello che prima era stato considerato un processo passivo - il percepire - veniva ad essere pensato come qualcosa di gran lunga più attivo, come un’attività subordinata a certi principi organizzativi generali. Werthemeir sosteneva che non c’è corrispondenza diretta tra realtà empirica e realtà percettiva e che quindi per comprendere il fenomeno percettivo non bisogna partire dalla descrizione dei singoli elementi sensoriali ma dalla situazione percettiva globale perché la “forma non è data dalla semplice somma dei suoi elementi ma è qualcosa di più, di diverso”.
La percezione dunque non dipende dagli elementi ma dalla strutturazione di questi elementi in un “insieme organizzato”, in una “Gestalt” (generalmente tradotta con “forma”, “struttura”, “pattern”).
Le modalità secondo le quali si costituiscono le forme sono state classificate e descritte come “leggi della forma” e sono state elencate da Wertheimer nel 1923 nel modo seguente:

1-
Legge della vicinanza: gli elementi del campo percettivo vengono uniti in forme con tanta maggiore coesione quanto minore è la distanza tra di loro.
Nel design di un’interfaccia possiamo utilizzare questo principio per rendere più chiara la struttura della pagina (divisione in paragrafi di un testo).
2-

Legge della somiglianza: gli elementi vengono uniti in forme con tanta maggior coesione quanto maggiore è la loro somiglianza.
Utilizzare elementi, colori o simboli che visivamente collegano un’informazione ad un’altra aiuta a rendere accessibile e facilmente navigabile anche un sito con grandi quantità di contenuti.

3-
Legge del destino comune: gli elementi che hanno un movimento solidale tra di loro, e differente da quello degli altri elementi, vengono uniti in forme.
In una configurazione tendono a unificarsi le linee con la stessa direzione od orientamento o movimento, secondo l’andamento più coerente, a difesa delle forme più semplici e più equilibrate.

4-
Legge della chiusura: le linee che formano delle figure chiuse tendono ad essere viste come unità formali.
La nostra mente è predisposta a fornire le informazioni mancanti per chiudere una figura, pertanto i margini chiusi o che tendono ad unirsi si impongono come unità figurale su quelli aperti
.
5-
Legge della continuità di direzione:una serie di elementi posti uno di seguito all’altro, vengono uniti in forme in base alla loro continuità di direzione.
Nella figura percepiamo come unità AB e XY e non AY e XB o ancora AX e YB.

6- Legge della pregnanza: la forma che si costituisce è tanto “buona” quanto le condizioni date lo consentono.
In pratica ciò che determina fondamentalmente l’apparire delle forme è la caratteristica di “pregnanza” o “buona forma” da esse posseduta: quanto più regolari, simmetriche, coesive, omogenee, equilibrate, semplici, concise esse sono, tanto maggiore è la probabilità che hanno d’imporsi alla nostra percezione.
7-





Legge dell’esperienza passata: elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra di loro tendono ad essere uniti in forme.
Un osservatore che non conosce il nostro alfabeto non può vedere la lettera E in queste tre linee spezzate.(labwebdesign.wordpress.com)

lunedì 8 dicembre 2008

Magia di Natale


La magia del Natale è addobbare in famiglia l'albero e preparare il presepe, spegner le luci e...
guardare l'intermittenza dai mille colori al chiaror dei caminetti accesi, odorosi d'intenso.  Costellare casa di ninnoli natalizi ed una tavola imbandita...
Stelle brilluccicanti illuminano strade e vetrine, infiocchettate di colori e luci.
Dalle finestre si scorge il primo fiocco di neve e le vie tappezzate di rosso si mischiano col bianco fioccar di neve.
Questo è solo lo scenario preparatorio che crea l'atmosfera, ma la vera magia nasce in noi, respirando il miracolo di una notte, illuminata solo da una stella, che guidava al Redentore nascituro.
La speranza in un mondo migliore, nell'umanità, che si evolva per il benessere comune e canzoncine allegre di bimbi in strada ,
scandiscono il tempo che fugge e l'arrivo del nuovo anno, che porta anche la vecchietta con gli ultimi doni.

QUANTUM

La meccanica quantistica (o fisica quantistica) è un insieme di teorie formulate nella prima metà del ventesimo secolo, che descrivono il comportamento della materia a livello microscopico, andando a spiegare quei fenomeni che la fisica classica non riusciva più a comprendere.
La fisica quantistica, infatti, elimina la precedente distinzione tra particelle e onde: un sistema quantistico presenta le caratteristiche tipiche delle onde, ma nel momento in cui viene misurato, o anche solo osservato, assume le caratteristiche di un insieme di particelle (quanti) (dal latino quantum, quantità, da cui il nome della teoria).
Questa proprietà risulta sconvolgente, dato che presuppone che la realtà sia un insieme di possibilità potenzialmente infinite, che solo l’interpretazione può determinare e “concretizzare” in fenomeni percepibili dall’uomo. Questo aspetto viene ripreso in ambienti filosofici e spirituali, ad affermare che tutto ciò che l’uomo percepisce non sarebbe altro che una sua creazione.
Secondo il modello quantistico, inoltre, i processi fisici sono discontinui e hanno luogo in forma di salti quantici che, essendo infinitesimali, danno l'illusione di un mondo in cui i cambiamenti avvengono in modo molto regolare e continuo.
Nella visione quantistica si incontrano la scienza più avanzata ed il misticismo orientale: dagli incontri tra il fisico David Bohm ed il saggio indiano J.Krishnamurti,ad esempio, nacque addirittura un libro, "Dove il tempo finisce.

[il saggio indiano J.Krishnamurti(India 1895- California 1986) Nel 1909, appena quattordicenne, Jiddu Krishnamurti fu notato da Charles W. Leadbeater ad Adyar, sede principale della Societò Teosofica.
Considerato un nuovo messia, il Buddha Maitreya, venne allevato dai teosofi; essi lo istruirono sottoponendolo ad una serie di rituali e pratiche ascetiche.
Inoltre istituirono, al solo scopo "di preparare il mondo alla sua venuta", la fondazione "L'ordine della stella", che Krishnamurti stesso, ormai trentaquatrenne, sciolse nel 1929.
In contrasto con i teosofi, insistendo sull'inutilità dei riti liturgici per la crescita spirituale e rifiutando il ruolo di autorità, cominciò a viaggiare per il mondo esprimendo il suo pensiero,
basato su una assoluta coerenza interiore e una indipendenza totale da qualunque tipo di organizzazione.] (olistica.tv)