domenica 7 dicembre 2008

Cos'è per me la felicità


La felicità è non perder mai la capacità di sorprendersi...
È un'esperienza soggettiva, che ha le sue regole, prime fra tutte non desiderar cose impossibili, volersi bene, ascoltarsi,
rispettarsi, accettare e non giudicare gli altri.
E' accettarsi per quello che siamo, aprir gli occhi sulle nostre qualità, senza adularsi o esaltarsi, né vergogna per errori del passato, ausilio per quello che siamo diventati oggi e per l'attuale consapevolezza e coscienza di noi stessi.
Ma, soprattutto, è star in armonia con noi stessi e con ogni cosa che ci circonda, dal filo d'erba al fiore, all'alito di vento, che ci accarezza il viso.
La felicità è guardar il proprio compagno che ci dorme accanto, raggomitolato a noi, come un bimbo, con quell'espressione inconfondibile di sogno sereno. E' ricever il bacio del buon giorno ed iniziar insieme il mattino, al sapor di caffè con panna.
E' incontrar una vecchietta in bicicletta, che guida con una mano e con l'altra tiene l'ombrello, perché piove, mettersi a tavolino a trovar soluzioni per affrontare, con raziocinio, le problematiche di ogni giorno, e sorrider al micio che si avvicina, mentre accarezzi il suo piccolo e lei lo lecca con dolce protezione.
Felicità è una giornata consueta, ma vissuta nell'amore, nella comprensione e nella consapevolezza che quel poco che si ha è tutto quello che di più importante si possa desiderare e desiderare quel che si ha e viverlo è gioia piena.
Felicità è accogliere ogni ora, così come viene, guardar il mondo con curiosità, con fiducia, ma anche con occhi ben aperti, vigili, perhè non siamo nell'Eden, ma si può esser davvero felici.

IL CRISTIANESIMO E IL MITRAISMO

Diversi critici atei insegnano che la teologia del Cristianesimo trarrebbe origine dai culti pagani, in particolare da quello di Mitra. Il dio pagano Mitra era venerato nell'antica Roma specialmentre tra i militari, e tra l'altro era considerato "figlio di Dio", nato da una vergine, morto in croce e poi risorto. Pertanto, secondo i critici, il Cristianesimo avrebbe attinto la figura di Cristo da tale culto.
Mitra era uno dei molti dèi del paganesimo indo-iraniano; il più antico documento in cui viene citato il suo nome risale al 1400 a.C. [John Hinnels, MS, ix].
Secondo il mito pagano, Mitra era un dio pacifico, che donava la pioggia, la vegetazione e la salute. Era il mediatore tra Ohrmazd e Ahriman (rispettivamente il dio del bene e il dio del male del dualismo Zoroastriano). Divenne poi uno dei sette yazatas minori [Cum.MM, 5], e gli fu dato l'incarico di condurre le anime alla loro destinazione ultraterrena.
Per molti secoli il mito di questa divinità rimase essenzialmente invariato. Nel primo secolo a.C. Mitra era ancora associato al sole assieme agli dèi Apollo e Mercurio [MS.129]. Dunque, è evidente che non esiste quella continuità con il mitraismo romano ventilata da alcuni scrittori atei. Il mitraismo romano era mitraismo solo nel nome, era "una nuova creazione che usava vecchi nomi e dettagli iraniani per dare il giusto aspetto esotico ed esoterico al culto dei misteri" [MS, xiii].
Il Mitra dei romani era dunque molto lontano dal Mitra iraniano; non esistevano connessioni tra i due culti, fatta eccezione per il nome del dio, alcuni termini, e i riferimenti astrologici che furono largamente importati nell'Impero Romano da Babilonia [Beck.PO, 87].

ESAME DEI PRESUNTI PARALLELI COL CRISTIANESIMO


1. Mitra sarebbe nato da una vergine il 25 dicembre in una grotta, e alla sua nascita avrebbero assistito dei pastori.
Quest'affermazione è una miscela di verità e menzogna. Cominciamo dalla data di nascita. Il Nuovo Testamento non associa mai il 25 dicembre alla nascita di Cristo, anzi leggendo i Vangeli si può facilmente capire che Cristo nacque non in inverno, anzi probabilmente nacque in estate.
Il 25 dicembre era la data del solstizio invernale, e la chiesa cattolica romana scelse arbitrariamente questa data per festeggiare la nascita di Cristo. Quest'idea, come abbiamo detto, non proviene dalla Bibbia. Ricordiamo che dal 4° secolo in poi la chiesa cattolica romana apostatò sempre più dal Cristianesimo biblico, e inglobò numerosi elementi e riti del paganesimo romano. Le chiese cristiane evangeliche si rifanno solo al Cristianesimo biblico e dunque non accettano le tradizioni cattoliche romane.
La seconda "mezza verità" è quella sulla nascita di Mitra. Mitra non nacque da una vergine in una grotta, ma (secondo il mito) nacque DA una roccia, presumibilmente lasciando una grotta dietro di sè. La roccia non può certamente essere definita "una vergine", e inoltre Mitra nacque già adulto [MS.173].
L'idea secondo cui Mitra sarebbe nato da una vergine è fondata su un uso arbitrario della terminologia. Mitra sarebbe nato dalla "materia primordiale", chiamata anche "prima madre" o "materia vergine". È evidente che la differenza tra la materia inanimata e una donna vergine è abissale.
Rimane da affrontare il discorso dei pastori, e anche questo non ha niente a che fare col vangelo, in cui i pastori non assisterono al parto. I pastori del mito di Mitra, invece, presenziarono alla sua nascita, e fecero anche di più: lo aiutarono a "uscire" dalla roccia, e gli offrirono alcuni elementi dei loro greggi.
Si consideri poi che la nascita di Mitra avrebbe avuto luogo quando gli uomini non erano ancora stati creati [Cum.MM, 132]. Come potevano allora esserci dei pastori ad aiutarlo a nascere?
In realtà queste idee, come praticamente tutti i presunti "paralleli cristiani" presenti nel mitraismo romano, sono nati almeno un secolo dopo la stesura del Nuovo Testamento, dunque troppo tardi per dire che il Cristianesimo abbia "preso in prestito" qualche idea dal mitraismo, ed è invece estremamente probabile che sia vero il contrario.

2. Mitra sarebbe stato un grande maestro.
Questo naturalmente potrebbe essere detto di qualunque leader, specialmente in un contesto religioso, e dunque non è un riferimento cristiano. In ogni caso, bisogna chiedersi: cosa insegnò Mitra, a chi, e quando? Nella letteratura mitraica non c'è alcun riferimento all'idea che Mitra fosse un "maestro".

3. Mitra avrebbe avuto 12 compagni o discepoli.
Quest'affermazione viene fatta molto spesso, e quasi sempre senza alcuna documentazione che possa sostenerla.
Il Mitra iraniano aveva un solo compagno, Varuna. Il Mitra romano invece aveva due aiutanti, due piccole creature simili a lui e che forse simboleggiavano l'alba e il tramonto, o la vita e la morte.
Mitra aveva anche una quantità di animali suoi compagni: un serpente, un cane, un leone, uno scorpione - ma non erano affatto 12, e non erano persone.
Alcuni atei affermano che durante l'iniziazione a Mitra, i devoti romani si vestivano secondo i segni zodiacali e formavano un cerchio attorno all'iniziato. Queste idee non provengono dalla letteratura mitraica, e nessuno studioso di mitraismo le ha mai confermate. Esse si basano sulle affermazioni di un singolo occultista (Godwin). E in ogni caso, si tratterebbe ancora di insegnamenti introdotti nel mitraismo molto tempo dopo che il Cristianesimo era comparso.

4. Ai seguaci di Mitra veniva promessa l'immortalità e la salvezza.
Il mitraismo prometteva agli iniziati solo la "liberazione dal fato che attende tutti gli uomini" [MS.470]. L'unica idea di una "salvezza" è un affresco del 200 d.C. su cui è scritto che Mitra avrebbe salvato gli uomini versando il sangue del toro che, secondo il mito, Mitra avrebbe ucciso. Questa "salvezza", secondo l'interpretazione mitraica "astrologica", non indica l'immortalità ma solo un livello di iniziazione più elevato.
Anche qui, si tratta di un'idea di ben due secoli successiva al Cristianesimo, e quindi è evidente che il mitraismo ha importato il concetto dal Cristianesimo.

5. Mitra avrebbe sacrificato se stesso per la pace del mondo.
Secondo il mito, Mitra non sacrificò se stesso, ma piuttosto compì il gesto eroico di uccidere il "grande toro del Sole". Non esiste niente nella letteratura mitraica che giustifichi l'idea che Mitra si sia sacrificato. E non è neanche possibile paragonare la morte di un toro "per la pace del mondo", con Gesù Cristo che venne nel mondo dando la sua vita per salvare gli uomini dal peccato (e non per una generica "pace").
Lo studioso Punkish ha commentato che l'autore che sostiene questa tesi, O'Hara, non era affatto un'autorità o uno studioso, ma era un gran sacerdote wicca (un culto stregonesco neopagano che avversa il cristianesimo).

6. Mitra sarebbe stato sepolto e sarebbe risorto dopo 3 giorni.
Nella letteratura mitraica non esiste alcun riferimento né alla morte né alla sepoltura di Mitra. Lo studioso Gordon dice apertamente che nel culto di Mitra non esiste "nessuna morte di Mitra" [Gor.IV, 96], dunque non si può neppure parlare di resurrezione.
Il mito non dice affatto che Mitra risorse. Dice piuttosto che non Mitra, ma gli dèi, dopo aver cercato gli umani, salirono al cielo, e Mitra attraversò l'Oceano con il suo carro. L'Oceano cercò di inghiottirlo e fallì, e infine egli raggiunse la dimora degli immortali.
Altri dicono che gli iniziati credevano alla risurrezione di Mitra, e per dire questo si basano sulle parole di uno scrittore del IV secolo dopo Cristo. Ancora una volta, dunque, si parla di idee che i sacerdoti di Mitra introdussero nel loro culto copiandole dal Cristianesimo che già esisteva da ben quattro secoli.

7. Mitra sarebbe stato considerato "la via, la verità e la vita", il "messia", e il "mediatore".
Nelle opere degli studiosi di mitraismo non c'è alcun riferimento a questi titoli. Sono titoli di Gesù, e non sono mai stati attribuiti a Mitra.
L'unico titolo che ricorre anche nel caso di Mitra, come abbiamo visto precedentemente, è "mediatore", ma non nel senso cristiano (mediatore tra noi e Dio), bensì nel senso di mediatore tra "il dio del bene e il dio del male".

8. Il giorno sacro di Mitra era la domenica, e la festa principale era quella che oggi cade di Pasqua.
Al Mitra iraniano si offrivano delle celebrazioni speciali: un festival l'8 ottobre, un altro tra il 12-16 settembre, e uno il 12-16 ottobre [MS.59]. In primavera esisteva solo un festival, all'equinozio, per un totale di quattro festival, uno per stagione.
In ogni caso, la scelta di una data arbitraria per celebrare la Pasqua da parte della chiesa cattolica non ha nulla a che fare con la Bibbia, che non dice nulla al riguardo (per approfondimenti sulla Pasqua, si veda questa pagina).
Riguardo alla domenica, è vero che esso era il giorno sacro per Mitra [Cum.MM, 190-1], ma solo nel mitraismo romano, che, come abbiamo visto, attinse diverse idee proprio dal Cristianesimo.

9. Mitra avrebbe insegnato la "cena del Signore" (eucarestia) con i segni del pane e del vino, proprio come Cristo.
Quest'idea si basa su un testo medievale (dunque scritto moltissimo tempo dopo la nascita del Cristianesimo), che peraltro non riguarda Mitra, ma Zarathustra!
La cosa che più si avvicina (solo lontanamente) a una "cena" nel mitraismo, era una comunissima celebrazione di un pranzo che gli iniziati facevano insieme. Non era una pratica unica del mitraismo, ma una pratica comune in tutto il mondo romano dell'epoca.

IN CONCLUSIONE
Il Cristianesimo non attinge né è influenzato da alcun altro culto, poiché tutte le sue dottrine sono presenti nell'Antico Testamento delle Sacre Scritture (affidato al popolo giudeo), compilato molto tempo prima della nascita di Cristo - tra il 2000 a.C. e il 400 a.C. - e la cui autorevolezza storica è confermata da solide prove archeologiche.
L'Antico Testamento racchiude sotto forma di simboli la dottrina Cristiana spiegata nel Nuovo Testamento, e contiene oltre 330 profezie su Gesù Cristo, il figlio di Dio (Zac. 12:10) che sarebbe dovuto venire nel mondo nascendo da una vergine (Is. 7:14), essendo poi crocifisso (Sal. 22), risuscitando (Sal. 16:10), ecc. Ogni particolare della sua vita fu profetizzato molti secoli prima della sua nascita, e si è verificato con assoluta precisione (per approfondimenti, si veda questo documento).
Non fu dunque il Cristianesimo ad attingere ad elementi pagani, ma il contrario: diversi culti pagani, tra cui il culto di Mitra, durante il loro sviluppo nel 1° e 2° secolo, cominciarono ad adottare vari elementi della teologia cristiana, per facilitarne la diffusione tra i cristiani. Lo stesso avvenne nel 9° secolo per il culto di Zoroastro.
R. Nash, nel libro Cristianesimo e Mondo Ellenistico, spiega: "Le asserzioni di una dipendenza del Cristianesimo dal Mitraismo sono state rigettate per diversi motivi. Il Mitraismo non aveva concetti di morte e risurrezione del suo dio e in esso non aveva luogo il concetto di rinascita - almeno durante le sue fasi iniziali... Inoltre, il Mitraismo era essenzialmente un culto militare. Pertanto, bisogna guardare con scetticismo all'idea che esso possa essere stato accolto da persone pacifiche come i primi Cristiani".
B. Wilson aggiunge: "Sebbene vi siano diverse fonti che suggeriscono che il Mitraismo includesse la nozione di rinascita, esse sono tutte post-Cristiane. La più antica risale al secondo secolo d.C."
Michael Grant conferma: "I metodi critici moderni non danno sostegno alla teoria del 'Cristo mitico' [Osiride, Mitra, ecc.]. Tale teoria è stata ripetutamente ribattuta e demolita da studiosi fra i più eminenti".
Pertanto, considerando che il Nuovo Testamento fu redatto da Ebrei che rigettavano le filosofie pagane, e che l'Antico Testamento conteneva già tutte le nozioni del Cristianesimo molti secoli prima del Mitraismo e della venuta di Cristo, è evidente che furono i culti pagani ad attingere alla teologia Cristiana per poter resistere durante il periodo di nascita ed espansione del Cristianesimo. (camcris.altervista.org)

S.NICOLA DA BARI

S.Nicola, noto anche come san Nicola di Myra, san Nicola Magno e san Niccolò, è famoso anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come Babbo Natale.
E' la sera del 5 dicembre: i bambini dell'Italia Settentrionale mettono sul davanzale calze e scarpe. Nelle strade, le vetrine piene di giocattoli, libri, dolci, splendono di addobbi... Nella notte "San Nicolò" distribuirà tutte quelle belle cose nelle calzature dei bambini buoni, come fa la Befana a gennaio.
San Nicola fu vescovo di Mira. Era nato a Patara nella Lisia (Asia Minore).
La storia ci dice che morì nell'anno 350. Ma perché é diventato un "portatore di doni" ai bambini? E' la tradizione leggendaria a raccontare i fatti che fecero nascere questa usanza diffusa nel mondo. San Nicola, si racconta, venne a sapere che tre povere bambine della sua città, sarebbero state vendute come schiave, perché la famiglia non poteva assegnare loro una dote con la quale, divenute grandi, si sarebbero potute sposare. Allora il vescovo andò solo nella notte, fino alla casa delle povere bambine e posò sulla finestra tre sacchetti pieni d'oro.
Il suo amore per i piccoli é ricordato anche da un miracolo: resuscitò tre bambini durante le persecuzioni degli ariani. Il vescovo di Mira é anche il patrono dei marinai e la Basilica di Bari, che é una delle chiese più belle e più antiche di Bari, é ancor oggi meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. In altre nazioni europee San Nicola é invece celebrato con allegre cerimonie: in Olanda il 6 dicembre, il personaggio che lo rappresenta gira nelle strade di Amsterdam, distribuendo dolci ai bambini, accompagnato da un servo nero chiamato Zwarte Piet.
Vi é poi una grande manifestazione degli studenti di Leida che sfilano indossando vecchi costumi, preceduti dal carro con cavalli impennacchiati, sul quale, il più bravo di loro siede vestito da San Nicola.Con queste allegre feste in realtà il mondo ricorda che, per tutta la sua vita, il vescovo fu sempre vicino ai fanciulli, insegnando loro a far opere buone, a soccorrere gli infelici e a confortare i derelitti.(ilpaesedeibambinichesorridono.it)


Spesso nella società attuale dimentichiamo tradizioni legate alla religione, non strettamente congiunte a festività nazionali consumistiche.
Ricordare un onomastico, che poi non è altro che festeggiare il proprio nome e il santo a cui abbiamo "attinto", è sonsueto nel sud, forse più del compleanno, perché il santo veglia, protegge, lo si prega in caso di necessità o, semplicemente, per riconoscenza.
Ma quanti ancora credono ai santi?
Da piccola era una gran festa con torta o pasterelle e il regalo era d'obbligo.
Ora è l'augurio del mio maritino, di mamma, papà e pochi altri per giunta familiari.
Eccetto una cara amica dell'infanzia, che non dimentica mai, senza la quale non sarebbe festa, senza almeno un suo sms di aguri più sincero.
Ma la magia persiste in me, ancor di più, sentendomi ovattata, tra le mille premure di chi mi ama come mio marito e non perde occasione di dimostrarmelo in ogni momento e nelle ricorrenze ancor di più.

IN MEDIO STAT VIRTUS

La vita ci porta spesso a compromessi, con noi stessi, con il prossimo, con la vita stessa, ma ci son compromessi inaccettabili... mai rinunciare alla propria dignità, ai propri ideali, mai annullarsi.L'equilibrio universale si può raggiungere venendosi incontro:nel mezzo, a metà strada, una mano che si allunga verso l'altro e viceversa, ascoltando l'altro, rinunciando un po' da una parte, un po' dall'altra. La pace non è un'utopia ed io da anarchica rousseauniana ci credo fermamente.Credo nel libero arbitrio dell'uomo, che possa gestirsi nel rispetto dell'altro, senza regole obbligate, ma ricordando che la propria libertà è condizionata da quella altrui.
Utopia è pensare che l'uomo possa dimenticare la sua natura bestiale per venire incontro all'altro, rispettandolo e pretendendo lo stesso rispetto?
Forse, ma mi piace poter credere in un'umanità, che possa evolversi, non solo nelle conoscenze scientifiche, ma nel sociale, nella convivenza universale.

MITRA ED IL MITRAISMO

Il culto del dio Mitra, divinità  di origine persiana le cui prime tracce risalgono al 1300 a.C. ma probabilmente molto anteriore,  uno dei culti orientali che tramite il mondo ellenico si diffusero a Roma in alternativa alla religione ufficiale.
Esso cominci  a prendere piede a partire dalla fine del I secolo d.C. e raggiunse il periodo di massima diffusione al tempo degli imperatori Severi. Il Mitraismo occidentale si   formato da una lunga e complessa evoluzione dell'antico culto iranico e come molti altri culti di origine orientale, anch'esso aveva le caratteristiche della religione iniziatica e segreta. Questo   uno dei motivi per cui i santuari, i 'mitrei', furono sempre ricavati in ambienti sotterranei.
Il dio Mitra e il suo mistero sembra siano stati introdotti nel mondo greco-romano dai pirati di Cilicia deportati da Pompeo nel 67 a.C. in Grecia, ove per  questa religione ha lasciato scarse testimonianze. Assai pi  vistose e numerose le tracce superstiti nella penisola italica, dove si afferm  alla fine del I sec. d.C., diffondendosi poi con estrema rapidit  nelle province nordiche (Mesia, Dacia, Pannonia, Germania, Britannia) attraverso le guarnigioni militari che, insieme agli schiavi, furono i pi  attivi propagandisti di Mitra. La totale mancanza di fonti scritte fa assumere una straordinaria importanza alla documentazione archeologica relativa a Mitra, il cui mito si ricostruisce in base alle numerose raffigurazioni rinvenute nei mitrei.
La sua storia si articola in diversi episodi: il dio nasce da una roccia con una fiaccola e un coltello fra le mani, con un colpo di freccia fa scaturire l'acqua da una roccia. Successivamente Mitra inizia ai propri misteri il Sole, da cui   distinto ma al tempo stesso strettamente associato, segue un patto fra le due divinit , che siedono insieme a banchetto per poi salire sul carro solare verso il cielo. Nell'iconografia Mitra   frequentemente associato a Varuna insieme al quale personifica i due aspetti del cielo, diurno e notturno, nonch  l'ordine cosmico e umano: Varuna punisce i malvagi e i trasgressori, mentre Mitra   protettore della giustizia e dei patti, del bestiame (cui garantisce buoni pascoli) e degli uomini giusti. Oltre agli aspetti celesti e solari la sua originaria personalit  connessa con la giustizia assunse anche una connotazione cosmogonica e soteriologica, mirante cio  alla salvezza dell'uomo.
    Ma l'avvenimento centrale del rito mitraico   senza dubbio il sacrificio del toro, la cui morte promuove la vita e la fecondit  dell'universo. L'iconografia di tale evento era posta sempre ad una estremit  dell'antro, solitamente di forma allungata e con due lunghi banconi ai lati, in cui venivano celebrati i sacrifici rituali ed i banchetti cultuali. Oltre al dio ed al toro, nella tauroctonia erano sempre presenti delle figure simboliche ben precise: un cane ed un serpente che bevevano il sangue del toro, uno scorpione che lo pungeva ai testicoli, delle spighe di grano che germogliavano dalla coda dell'animale morente e un corvo.
Il loro significato   incerto: lo scorpione ed il serpente sono visti di solito come forze del male che tentano di impedire al sangue ed al seme del toro di raggiungere e fecondare la terra, il cane al contrario ne trae forza mentre le spighe simboleggiano la forza vitale che si libera dal toro morente a favore delle piante verdi. Il corvo, messaggero divino, stabiliva il contatto tra Mitra ed il Sole. Una interpretazione molto diffusa e suggestiva lega i vari animali prima citati alla rappresentazione astronomica e astrologica del cielo e delle costellazioni, mentre l'uccisione del toro e la presenza del sole fanno pensare ad un rito segreto che alluda al meccanismo di precessione degli equinozi. Il carattere cosmico di Mitra   sottolineato poi dalla costante presenza al suo fianco dei due dadofori, o portatori di fiaccole, Cautes e Cautopates, tipologicamete affini al dio e insieme al quale costituiscono una sorta di trinit : rappresentano infatti, nel corso della giornata, rispettivamente il sole dell'aurora, del mezzogiorno e del tramonto, mentre nel ciclo annuale alludono alla primavera, all'estate e all'autunno.
Come in tutti i misteri, anche a quello mitraico si era ammessi attraverso una iniziazione segreta e preceduta dal giuramento di non rivelare il rito. L'ingresso era riservato ai soli uomini e l'iniziato poteva gradualmente accedere ai sette gradi della gerarchia (corvo, ninfo, soldato, leone, persiano, corriere del sole, padre) attraverso prove e cerimonie delle quali sappiamo, ovviamente, molto poco. Il loro carattere doveva essere per  essenzialmente simbolico ed incruento come del resto lo stesso sacrificio del toro, punto centrale della liturgia mitraica, impossibile da eseguire nella maggior parte dei mitrei a causa delle piccole dimensioni dei locali.
Secondo alcuni studiosi proprio la disciplina gerarchica dell'iniziazione, cos  come il carattere vittorioso del dio e il contenuto morale del mitraismo, che muove dall'antica idea persiana dell'eterno combattimento contro il male, spiegherebbe il successo incontrato dai misteri di Mitra presso l'esercito e poi anche presso gli imperatori, al punto da far scrivere ad Ernest Renan che "se il cristianesimo fosse stato fermato nella sua espansione da qualche malattia mortale, il mondo sarebbe stato mitraico".
L'apogeo del mitraismo si ebbe nel II-III secolo d.C., periodo particolarmente travagliato durante il quale l'impero vacillava minato da una crisi non solo economica e militare, ma che investiva anche tutto il mondo pagano che approder  pi  tardi alla totale cristianizzazione. In questo periodo il mitraismo si identific  con la religione orientale del Sole, diversa dal mitraismo ma con essa confusa dalle masse popolari, che fu assunta a religione ufficiale dello stato durante il regno di Aureliano (270 - 275 d.C.); in seguito Diocleziano cerc  di sostenere il culto di Mitra quale religione del Sol invictus nelle legioni imperiali. In quell'epoca la religione mitraica si diffuse anche nelle classi pi  elevate fino ad arrivare allo stesso imperatore.
    Senza diventare mai religione ufficiale dello stato, il mitraismo godette per  di una vasta fortuna, oltre che nell'esercito, soprattutto tra le classi pi  modeste della societ : schiavi, liberti, operai, artigiani e piccoli commercianti. Contemporaneamente, da questi stessi strati popolari e da esigenze spirituali analoghe, muoveva anche l'altra grande religione monoteista dell'epoca: la religione cristiana, che avvers  sempre il mitraismo come il concorrente pi  pericoloso.
Oltre alle comuni origini orientali, molti erano gli elementi sorprendentemente somiglianti fra i due culti: l'episodio di Mitra che fa scaturire l'acqua dalla roccia richiamava il miracolo della rupe di Mos  e il miracolo della fonte operato da S. Pietro, non pu  poi sfuggire il parallelismo tra le lustrazioni ed il battesimo, la comune credenza nella resurrezione dei morti e nel giudizio finale presieduto da Mitra o da Cristo, la singolare coincidenza della celebrazione del natale del dio fissato il 25 dicembre, giorno del solstizio d'inverno, da entrambe le religioni. Nella lotta scatenatasi tra le due comunit  una prima vittoria fu conseguita dai cristiani con l'editto di Costantino del 313 d.C. , mentre la restaurazione pagana di Giuliano l'Apostata (361 - 363) permise una ripresa del culto di Mitra, segnando soprattutto una battuta d'arresto alla distruzione dei mitrei precedentemente iniziata. Con la vittoria di Teodosio su Eugenio (394 d.C.) la religione cristiana prevalse definitivamente su quella mitraica che pot  resistere ancora per poco nelle zone periferiche, mentre a Roma, sopra i mitrei saccheggiati e distrutti, vennero erette chiese e basiliche.

Il  MITO
Esistono due leggende differenti riguardo alla nascita di questa divinit , accomunate dalla sua scelta di incarnarsi al fine di sconfiggere il male cosmico e morale, salvando cos  il genere umano. Secondo la prima leggenda, Mitra sarebbe nato da una pietra, dalla quale sarebbe uscito armato di una daga in una mano, una fiaccola nell'altra e con un berretto frigio sul capo. La seconda leggenda narra invece che il dio decide di venire al mondo incarnandosi nel ventre di una vergine, e vede la luce in una grotta. I festeggiamenti per la sua nascita avvenivano il 25 dicembre (vale la pena ricordare che la Chiesa ha accettato solo nel IV secolo, pi  o meno nel 335 DC, tale data come effettiva data di nascita di Cristo) e, sempre secondo la leggenda, Mitra avrebbe abbandonato il mondo terreno per tornare in cielo 33 anni dopo essersi incarnato.
Qualsiasi sia stata la sua nascita, la sua   una vita eroica: la sua prima azione   quella di soggiogare il Sole, per poi accordarsi con lui e ricevere in dono una corona luminosa. Cattura poi un toro, portandolo nella sua grotta e superando tutta una serie di difficolt , causate da un serpente e da uno scorpione, inviati dal dio maligno Ahriman; dal corpo del toro, una volta sgozzato, vengono emanate tutte le piante salutari, in particolare la vite dal suo sangue e il grano dal suo midollo; dal suo seme sarebbero invece nati tutti gli animali utili all'uomo. Al termine del suo operato, con l'aiuto del Sole, Mitra sarebbe assurto in cielo, da dove continuerebbe a proteggere gli esseri umani.
Nell'iconografia la divinità  viene spesso rappresentata insieme a due personaggi, detti i dadofori o portatori di fiaccole: i loro nomi erano Cautes e Cautopates, ed erano talmente legati al dio da costituire in pratica un'unica divinit , il triplice Mitra. Il primo dei due porta la fiaccola alzata, l'altro abbassata: rappresentano il ciclo solare, dall'alba al tramonto, e allo stesso tempo il ciclo vitale: il calore luminoso della vita e il freddo gelido della morte. Somiglianze con il cristianesimo: Le analogie con la religione cristiana non sono solamente legate ad una delle due leggende relative alla sua nascita, alla durata della sua incarnazione e alla sorta di aureola che il Sole gli dona: il rituale mitraico prevedeva sette gradi di iniziazione: Corax, Crypticus, Miles, Leo, Perses, Heliodromus e Pater. Chi raggiungeva il grado pi  elevato, quello di Pater (che   lo stesso appellativo con cui ci si rivolge ad un sacerdote cristiano), era colui che officiava i riti, era considerato il rappresentante della divinit  in terra, indossava un berretto ed un vestito rossi (come i cardinali) ed aveva un bastone da pastore con la punta ricurva (la mitra, appunto) come simbolo della propria posizione. Ben presto i primi cristiani avrebbero iniziato a considerare il mitraismo un "travisamento satanico dei riti pi  sacri della loro religione", (mentre   molto pi  probabile il contrario, a dire il vero ) perseguitandolo aspramente.

Il  RITUALE
Malgrado Mitra fosse una divinit  solare, i mitrei, templi in cui i suoi riti venivano officiati, erano sotterranei (specus), probabilmente in ricordo della grotta in cui la divinit  sarebbe nata e/o vissuta. Fu Zoroastro ad iniziare questa tradizione: in qualche modo l'antro rappresentava l'universo nel suo complesso, e gli oggetti in esso posizionati ne rappresentavano simbolicamente gli elementi e le parti. Purtroppo si sa poco dei rituali, delle simbologie e delle speculazioni cosmologiche e astrologiche della religione mitraica, che dovevano essere piuttosto complesse e note solamente agli iniziati di livello pi  alto.
Da alcuni dipinti ritrovati in vari mitrei (gli esempi di mitrei contenenti dipinti sono piuttosto rari, pi  spesso sono presenti sculture o bassorilievi), appare probabile che, durante le liturgie, i fedeli portassero delle maschere che ne mettevano in mostra il livello di iniziazione raggiunto. Quel che   noto   che la vittoria sul toro selvaggio rappresenta la vittoria dell'ordine sul caos e sulla barbarie e che il culmine del cerimoniale era un banchetto a base di pane (prodotto a partire dal grano, cio  dal midollo del toro) ed acqua (o forse vino, prodotto dall'uva, cio  dal sangue del toro). Anche in questo caso, la somiglianza con il rito cristiano dell'eucarestia   molto spinta. Purtroppo non ci sono note le formule rituali che il pater pronunciava durante lo svolgimento del rituale. Sembra comunque che esistesse una sorta di percorso di purificazione attraverso sette porte (non necessariamente da intendersi fisicamente), una per ciascun livello di iniziazione, ma anche una per ciascun circolo celeste allora noto (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno), e forse rappresentate dalle icone dei sette simboli di iniziazione. In alcuni casi   presente una cella al di sotto della sala principale, chiamata fossa "sanguinis", collegata ad essa tramite un sistema di tubature che servivano con tutta probabilit  ad una sorta di battesimo, officiato attraverso un'abluzione nel sangue del toro sacrificato.

GRADI DI INIZIAZIONE DEL MITRAISMO

    1. Grado d'iniziazione: Corvo


    E' il primo grado iniziatico, simboleggiava la morte del neofita. Nella Persia antica era abitudine esporre cadaveri sulle torri funerarie perch  fossero mangiati dai corvi. Il Corvo, come simbolo della morte, pu  anche essere visto su alcune carte dei tarocchi come la carta numero 13, invece della Morte. A questo punto il neofita muore e rinasce in un corso spirituale. Al neofita veniva assegnato un mantra da ripetere e i suoi peccati venivano lavati nell'acqua, con il battesimo.
Il neofita si desta dal lungo sonno in cui ha dormito per molti anni e si apre a una nuova esperienza che   quella della luce; apre le porte del suo io per spogliarsi ed entrare nudo nella luce.
Il grado del Corvo sotto la protezione di Mercurio. Simboli che appartengono a questo grado: corvo, cadduceo, ariete, tartaruga, lira, vaso.
Il simbolo del corvo   presente sia nel mitreo di S. Prisca a Roma sia nel Mitreo delle Dura-Europo sull'Eufrate in Siria che in molti altri siti.
  
2. Grado d'iniziazione: Nymphus (Crisalide)
E' il secondo grado iniziatico, rappresenta la nascita. Le farfalle nascono dalle larve... Queste sono all'inizio pi  piccole di un grano di miglio; quando, crescono diventano vermi e dopo tre giorni piccole larve.
Poi crescono ancora e piano piano mutano il loro aspetto diventando quindi crisalidi; e sebbene, abbiano un guscio duro, si muovono se vengono toccate. Dopo poco tempo il guscio si rompe e volano via animaletti con le ali che chiamiamo farfalle.
"Non poteva vedere "la luce della verit " finch  "il velo della realt " non veniva alzato. Lui era promesso al culto e diventava casto per almeno la durata di questa fase. Era lo sposo (amante) di Mithra; inoltre offriva alla sua statua una coppa di acqua, la coppa era il suo cuore e l'acqua il suo amore."
Il grado della Crisalide   sotto la protezione di Venere. Simboli che appartengono a questo grado: serpente, didema, lucerna.
Il simbolo della crisalide   presente sia sulla pietra tonda di Salona (Dalmazia) che sul rilievo di Eros e Psyche a Capua che in molti altri siti.

    3. Grado d'iniziazione: Miles (Soldato)
E' il terzo grado iniziatico, rappresenta la battaglia. Anche il terzo grado rientra negli stadi preparatori che gli iniziati oltrepassano rapidamente. Tertulliano ci dice che il candidato doveva combattere contro un uomo con la spada per conquistare la corona.
Il neofita doveva inginocchiarsi (sottomissione all'autorit  religiosa), nudo (simbolo dell'abbandono della vecchia vita), bendato e con le mani legate.
Veniva poi offerta una corona sulla punta di una lancia. Una volta incoronato, le corde andavano tagliate con un solo colpo della lancia e tolta la benda. Questa rappresentava la sua liberazione dalla materialit  del mondo.
Rimuoveva poi la corona dalla testa e la metteva sulla sua spalla, dicendo: "Mithra   la mia sola corona".   
Questo rappresentava anche la rimozione dell'intelletto stesso, permettendo a Mithra di essere la guida. Dopo questa fase il neofita cominciava la vera battaglia contro il suo essere basso: un soldato   colui che combatte realmente il vero nemico.
Il grado del Miles   sotto la protezione di Marte. Simboli che appartengono a questo grado: scorpione, gambero, elmo, lancia , berretto frigio, bisaccia.
Il simbolo del Miles   presente sia mitreo delle sette porte di Ostia che sugli altari di Heddernheimche in molti altri siti.
 
  4. Grado d'iniziazione: Leo (Leone)
E' il quarto grado iniziatico, rappresenta l'elemento del fuoco. E' il gradino per entrare nella porta dell'Oltre, del non commensurabile.
All'iniziato si apre una nuova visione del mondo, quella del mondo fenomenico a cui si pu  accedere solo con un atto di forza e vigore interiore.
Per questo ai leoni non erano permesso di toccare acqua durante il rituale, ed invece il miele era offerto all'iniziato per lavare le mani e per ungersi la lingua. I leoni portavano il cibo per il pasto rituale che era preparato da quelli dei gradi inferiori. Gli impegni dei leoni includevano il controllo della fiamma dell'altare sacro. Il banchetto rituale, costituito da pane e vino, rappresentava l'ultima cena di Mithra con i suoi compagni, prima della sua ascesa al cielo sul carro del Sole.   
Il grado del Leo   sotto la protezione di Giove. Simboli che appartengono a questo grado: cane, cipresso, alloro, folgore, l'aquila, vespa. Un importante affresco per capire la rilevanza di questo grado   presente nel mitreo di S. Prisca.
"Accipe thuricremos, pater accipe sancte leones, per quos thura damus, per quos consumimur ipsi."
"Accetta amichevolmente, santo Padre, i Leoni che bruciano l'incenso (e il loro elemento: il fuoco), attraverso essi noi spargiamo l'incenso, attraverso essi anche noi finiremo"
  
5. Grado d'iniziazione: Perses (Persiano)
E' il quinto grado iniziatico. Il rappresentante del Persiano   Cautopates, il pastore vestito secondo l'uso nazionale e con la torcia abbassata. E' il grado che sottende al ruolo del Custos delle grotte mitraiche.
"L'iniziato ha ottenuto questo grado attraverso un'affiliazione alla razza che era l'unica che meritava di ricevere la pi  alta rivelazioni della saggezza del Magio". L'emblema di questa fase era un'arpa, l'arpa che Perseo ha usato per decapitare il Gorgon, simbolizzando la distruzione dell'aspetto pi  basso dell' iniziato. L'iniziato era inoltre purificato con il miele, perch  era sotto la protezione della luna.
"Il miele   associato con la purezza e la fertilit  della luna perch  in Iran antico la luna era considerata la fonte del miele, e quindi l'espressione "luna di miele" denota non il mese dopo il matrimonio, ma la continuazione dell'amore e della fertilit  nella vita matrimoniale".
Il grado del Perses   sotto la protezione di Luna. Simboli che appartengono a questo grado: arco, faretra, bastone, falce di luna, civetta, usignolo, archi, acinace, chivi, brocca, delfino, treppiede, spiga. Il grado del Persiano   ben rappresentato nel rilevo di Dieburg nella faccia posteriore.
  
6. Grado d'iniziazione: Heliodromo
E' il sesto grado iniziatico. Il rappresentante dell' Heliodromo   Cautes, che solleva la torcia e preannuncia il sorgere del Sole. Rappresenta il levar del sole e il viaggio quotidiano del dio attorno alla terra.
Nel grado di Heliodromus (camminatore del sole) sotto il sole, l'iniziato imitava il sole al banchetto rituale. Si sedeva accanto a Mithra (il padre), vestito in rosso, il colore del sole, del fuoco e del sangue della vita.
Il grado dell'Heliodromo   sotto la protezione di Sole.
Simboli che appartengono a questo grado: corona a sette raggi, torcia, sferza, spiga, globo, gallo, lucertola, coccodrillo, palma.
Il grado del Persiano   ben rappresentato nel rilevo di Dieburg nella faccia posteriore.

    7. Grado d'iniziazione: Pater
E' il settimo e il pi  alto grado iniziatico, rappresenta tramite Saturno il Tempo dell'Oro ....redeunt Saturnia regna.
Lui era il rappresentante sulla terra di Mithra, la luce del paradiso personificato, l'insegnante della congregazione che guidava, vestito in un cappello rosso e anche "pantaloni sformati Persiani di colore rosso, portando un bastone, simbolo del suo carico spirituale".   
Il grado del Pater   sotto la protezione di Saturno. Nel mitreo di S. Prisca il Pater   seduto sul trono e gli iniziati gli sfilano innanzi.

I mitrei di Roma
La religione mitraica ebbe una diffusione piuttosto ampia a Roma come un po' in tutto l'impero a partire dal I secolo DC. Inizialmente ben tollerata, venne duramente combattuta a partire dal III secolo da parte dei cristiani, che molto probabilmente ne assorbirono alcune caratteristiche e alcuni rituali. Di conseguenza, a Roma si trovano diversi mitrei, purtroppo non tutti visitabili con facilit : per alcuni di essi   necessario chiedere l'autorizzazione all'ente che li gestisce.

 Mitreo di S. Clemente
Uno dei mitrei che   possibile visitare facilmente,   quello sottostante alla chiesa di S. Clemente, in Via S. Giovanni in Laterano, non lontano dal Colosseo. Vale la pena visitarlo, anche perch  la chiesa   molto interessante di per s ; originariamente eretta sulle rovine di costruzioni romane, si compone di due chiese sovrapposte: la basilica inferiore venne eretta nel 385, e, dopo un paio di restauri, venne distrutta alla fine dell'XI secolo. Sulle sue rovine, venne eretta la basilica superiore, all'inizio del XII secolo. Si deve arrivare per  agli anni '30 del nostro secolo per riscoprire che, al di sotto dell'abside della basilica inferiore,   presente un tempio risalente al III secolo DC e dedicato al dio Mitra. L'angusto corridoio che si percorre per accedervi   caratterizzato dall'essere scavato nella pietra scabra, a simulare lo specus di Mitra. La struttura   quella tipica di questo tipo di templi: si tratta di una sala a volta ribassata, con banconi in muratura lungo i lati: al centro, si trova un altare scolpito sui quattro lati, cos  come sono scolpite alcune delle pareti. Immancabili i bassorilievi della tauroctonia (uccisione del toro), dei dadofori e del serpente.

Mitreo del Circo Massimo
In Via dell'Ara Massima di Ercole, a due passi dai Fori Olitorio e Boario e sul lato opposto della strada rispetto alle rovine del Circo Massimo, si trova il deposito del Teatro Dell'Opera di Roma; nei suoi sotterranei, sono presenti i resti di un mitreo risalente al III secolo DC. L'accesso non   normalmente aperto al pubblico, ed entrarvi non   semplice: nell'antro regna un buio pesto, e la stretta scalinata che vi d  accesso   di difficile percorribilit . All'interno, un'anfora interrata nel centro della sala, un bassorilievo con la tauroctonia e alcuni simboli mitraici: il corvo e il cane (suoi alleati), lo scorpione e il serpente (suoi avversari). Le nicchie che si notano qua e l  sono, purtroppo, omai vuote.

Mitreo Barberini

Al di sotto dello splendido Palazzo Barberini, capolavoro barocco e caso rarissimo di opera in cui hanno lavorato entrambi i grandi geni del periodo, Bernini e Borromini, si trova un mitreo importantissimo, perch    uno dei pochi mitrei in Italia che contiene rappresentazioni dipinte. Venne costruito in due fasi: la prima risale al I secolo DC e la seconda all'inizio del III secolo. Sul fondo della sala, dotata di seggi laterali, si trova l'affresco dedicato al sacrificio del toro e alle azioni eroiche della divinit . Sulla fascia superiore, i simboli zodiacali, sovrastati a loro volta da una rappresentazione di Zurvan Akarana, il Tempo Illimitato:   un mostro alato (a simboleggiare la velocit  con cui si muove), con testa di leone (che ne simboleggia la voracit ), completamente avvolto dalle spire di un serpente (simbolo dei cicli celesti). Purtroppo, l'affresco non   in buono stato, ma si intuisce il terrore sacro che doveva originariamente incutere. Mitreo delle Terme di Caracalla: Uno dei pi  maestosi mitrei dell'Impero si trovava sotto l'esedra occidentale delle meravigliose Terme di Caracalla. Incastrato nella fitta rete di sotterranei delle terme, era dotato di diverse sale, tra cui la principale era quella dedicata al banchetto. Una sala ad un livello ancora pi  basso, vicino alla fossa "sanguinis",   in comunicazione tramite una serie di cunicoli con la sala principale, ed era probabilmente dedicato alle abluzioni "battesimali" nel sangue dell'animale sacrificato. Vi sono inoltre locali che erano probabilmente usati come latrine, e sale pi  piccole che venivano usate come spogliatoi.

Mitreo di S. Prisca
Uno dei luoghi pi  suggestivi di Roma   di certo il colle Aventino; dal Giardino degli Aranci si pu  godere una delle viste pi  belle di Roma, godendosi il lento scorrere del Tevere, la nave di pietra dell'Isola Tiberina, gi  fino all'ansa che   stato il centro della ripresa di questa citt  nel periodo rinascimentale. In cima al colle, si trovano diverse basiliche di grande interesse storico e artistico (S. Sabina, S. Alessio per citarne due). La piccola chiesa di S. Prisca, risalente almeno al V secolo DC, venne costruita su un'antica abitazione patrizia, in cui la tradizione vuole che venne ospitato lo stesso S. Pietro, e venne restaurata XV e nel XVII secolo.
Da essa si pu  visitare un piccolo museo adattato nel ninfeo dell'abitazione romana e, attraverso uno stretto cunicolo, si accede al mitreo sottostante, riportato alla luce negli anni '40.
Come il mitreo Barberini,   uno dei pochi a riportare affreschi sulle sue pareti, rappresentanti i sette gradi d'iniziazione, una processione in onore del dio, la tauroctonia e una rappresentazione di Saturno sdraiato (  bene ricordare che Saturno altro non   che la versione latina di Crono, la principale delle divinit  che i Greci chiamavano Titani, ossia i "genitori" delle divinit  olimpiche; il nome stesso del padre di Zeus ne indica il legame con il tempo).
Nel vestibolo venivano probabilmente uccise le vittime sacrificali, mentre molte delle decorazioni sono oggi contenute in un'altra sala; sono inoltre presenti un battistero con rappresentazioni allusive ai segni zodiacali ed una vasca lustrale e una sala probabilmente dedicata alle iniziazioni.

Mitreo di Ariccia/Marino
Il mitreo di Marino si presenta come una galleria stretta e lunga che in precedenza era stata utilizzata come cisterna per l acqua (nelle vicinanze sono stato trovati altri resti archeologici), infatti le pareti il pavimento e il soffitto sono ricoperti da uno strato di calce mista a pozzolana e a piccolissimi frammenti di terracotta, che impedisce all acqua di uscire.
La trasformazione in luogo di culto avvenne successivamente, quando l ambiente non era pi  utilizzato come cisterna; lungo le pareti furono praticati dei fori, sia per potervi mettere le lucerne per l illuminazione, sia per poter costruire una divisione interna che divideva gli iniziati in base al grado raggiunto, furono pure costruiti due banconi lungo le pareti dove si sdraiavano i fedeli che in tal modo consumavano il banchetto sacro. Davanti all affresco c   un cippo di peperino con un iscrizione in latino INVICTO DEO CRESCES ACTOR ALFI SEBERI D P (al dio invitto pose come dono Cresces, amministratore di Alfio Severo) che si riferisce ai frequentatori che potrebbero essere stati gli schiavi che lavoravano nelle vicine cave di peperino.
Passiamo ora a descrivere la scena affrescata, che per la qualit  dei colori e del disegno   uno dei migliori al mondo; si pensi che in Italia si conoscono solo altri due mitrei dipinti, uno a Roma sotto Palazzo Barberini e uno a S. Maria Capua Vetere in Campania. Al centro dell opera c   Mitra, all'interno di una grotta, vestito alla maniera orientale con il berretto frigio, una tunica con maniche e calzoni lunghi, tutto di colore rosso. Sulle spalle gli volteggia un mantello blu bordato anch esso di rosso, che costellato di stelle, tra cui spiccano sette pianeti; il dio ha la testa girata verso il Sole raggiante, dipinto in alto a sinistra, che lo guarda benevolente ed ha accanto un corvo nero; all'alto lato raffigurata la Luna con lo sguardo chino e circondata di luce riflessa.
Mitra   rappresentato mentre uccide il toro.
Mitra uccidendo quest ultimo rigenera la Terra, infatti dalla coda dell animale spuntano alcune spighe di grano.
Ai lati della scena, in basso, sono presenti due altri personaggi chiamati dad fori, cio  portatori di torce, sotto il Sole a sinistra c   C utes con la fiaccola alzata e accesa, sotto la Luna a destra c   Caut pates con la fiaccola abbassata e spenta in rappresentazione della notte.

        Alcune scenette, quattro per ogni lato, riportano le fasi pi  significative del mito di Mitra; si comincia a sinistra dall alto:
    1) Lotta fra Giove e i Giganti, cio  la vittoria contro il Caos e lo stabilirsi dell ordine universale.
    2) Saturno (o Oceano) sdraiato
    3) La nascita di Mitra da una roccia.
    4) Mitra cavalca il toro bianco.
    A destra nello stesso ordine:
    5) Mitra sceso dal toro lo trascina per le zampe posteriori nella grotta dove avverr  il sacrificio.
    6) Mitra inizia il Sole, inginocchiato davanti a lui, ai suoi misteri.
    7) Le due divinit  si stringono la mano destra e divengono alleati.
    8) Mitra fa uscire l acqua da una roccia tirando con l arco una freccia.
    Completano la decorazione dell ambiente altre due rappresentazioni dei Dadofori poste vicino l ingresso, dipinti per  in posizione inversa rispetto ai precedenti; a destra c   C utes con la fiaccola accesa e alzata che rappresenta il sorgere del sole e il lato positivo, a sinistra c   Caut pates con la fiaccola spenta e abbassata che rappresenta il lato buio negativo, infatti ancora oggi sinistro   considerato sinonimo di incidente.
Il dipinto che finora si   conservato in buone condizioni, dovute alla chiusura del locale, che ha impedito alle muffe e all aria di entrare; ora con la sua apertura sta  subendo le aggressioni di questi agenti di degrado che piano piano stanno cancellando i colori. L opera ha quindi bisogno di restauri, che purtroppo ancora tardano ad arrivare, per mantenere intatta questa stupenda testimonianza del passato, in modo da farla conoscere ed apprezzare anche ai nostri figli.
 ( Fonti: 'Roma Mitraica' di C. Pavia - Lorenzini editore 1986;F.M.R. n. 61 - maggio 1988;'Roma sotterranea' a cura di R. Luciani - Palombi editore 1984.- spazioinwind.libero.it)