sabato 8 settembre 2012

Dalle parole di K. Gibran

"La coscienza di una pianta, nel cuore dell'inverno non è rivolta all'estate che è passata, ma alla primavera che arriverà.
La pianta non pensa ai giorni ormai trascorsi, ma a quelli che verranno.
Se le piante sono sicure, che la primavera verrà,
perchè noi, esseri umani, non crediamo,
che un giorno saremo capaci di raggiungere e ottenere tutto ciò che vogliamo?"(K.Gibran)
Forse perchè l'essere umano è imprevedibile e ciò che sogna e spera oggi, potrebbe non desiderarlo domani,
o forse perchè è insicuro e le sue paure di non riuscire lo frenano e lo allontanano dalla meta ambita o peggio lo portano a costruire e poi distruggere.
Le piante vivono dell'oggi, del loro istinto e confidano nel destino;
noi esseri umani ci guardiamo troppo indietro e speriamo troppo nel futuro,
perdendo, così, di vista parte del nostro presente.
Dovremmo tornare alle origini, seguendo il nostro istinto, con accettazione umile ed entusiasta del presente,
godendo di ogni istante, perchè prezioso, in quanto siamo vivi, dono unico,
siamo al mondo, per far la nostra storia, piccolo aiuto per l'evoluzione umana, ma...
l'oceano non sarebbe così grande, se non avesse tante piccole gocce a comporlo
e noi siamo quelle gocce in quest'oceano di vita.