mercoledì 19 maggio 2010

Morte e Vita

Siamo spirito, corpo, mente e cuore su questa terra, per eseguire compiti, spesso già tracciati, ma da noi modificati, con il nostro libero arbitrio.
La nostra cultura ci porta a venerare la vita e a pianger la morte, ma a sperare in una trasformazione, oltre la morte, in un trapasso a dimensione migliore, ma il nostro egoismo, comunque, ci fa soffrire del trapasso dei cari estinti, quando, invece, è proprio la precarietà della vita, che dovrebbe farci riflettere e darci forza e coraggio di andar avanti, nel miglior modo possibile, consci della preziosità di ogni attimo, che perso non torna più.
Ci sono momenti di sconforto, confusione e depressione, e la morte ci sembra l'unica via d'uscita, ma la vita non ci appartiene, è un dono prezioso, distruggerla è il peccato più grave, uno spreco di quel miracolo, che apporta, sempre, un ausilio all'umanità, anche solo, con la presenza nel mondo.
Le priorità di vita son i propri valori, la propria fede, gli affetti, il lavoro e son questi i riferimenti, da non tralasciare mai.
La morte è solo una fase di vita e dovremmo, sempre, tener presente, che siamo come il bruco e la farfalla:
la nostra morte è, solo, un trapasso, verso un'altra dimensione spirituale.
Lo smarrimento proprio porta impotenza in chi ci ama, non potendo lenire, più di tanto, il nostro dolore.
Questo dolore non fa bene a nessuno, non riporta in vita nessuno e non ci fa crescere.
La nostra crescita interiore sarà la consapevolezza della precarietà di questa vita, da vivere intensamente, valutando, bene, ogni singola scelta, ponderando, non impulsivamente, come poter migliorare ogni attimo e noi stessi.
Impariamo da questo dolore e trasformalo in forza costruttiva, rigenerando noi stessi nella dimensione, che, da anni, ci siamo creati e continuamo a costruirci, insieme ai nostri cari e generando altra positività, proprio perchè la vita è breve.
Non possiamo fermarci troppo, altrimenti potremmo far morire quello che siamo e l'amore che abbiamo intorno.
Povremmo chieder perdono a noi stessi, per tutto questo dolore, che c'è in noi, ci fa male e non ci aiuta.
Abbiamo sfogato e forse non sentiamo che basti, ci sentiamo inutili, sapendo, che c'è morte oltre la vita,
beh dobbiamo pensare, che c'è vita oltre la morte, ma anche di avere, ancora, vita per essere utili, a noi stessi e alla nostra famiglia.
Siamo utili gni volta che doniamo un pò di noi agli altri, con sguardo positivo al nostro presente.
Inutile è la rassegnazione, il dolore e la depressione esistenziale persistenti.
Ora smettiamola di guardarci fermi, torniamo sul nostro normale cammino, sereni e consci dell'importanza della nostra esistenza, se ben utilizzata!
Queste parole vogliono essere uno sprone, per un amico, che soffre, per la perdita di una persona cara, ma vogliono essere uno sprone, anche, per me stessa, ogni qualvolta sento lo sconforto più nero e per chiunque veda la propria vita come un fallimento, per quanto dolorosa sia è sempre un miracolo, da tenere con cura e con rispetto, donando sempre un pò di se agli altri, per sentirsi davvero vivi.

Sei quel che senti...FORUM

Scrivi, ma oltre le parole, la percezione va ,
oltre il tangibile, oltre un virtuale,
che spesso confonde, illude e poi... delude.
Un bisogno di farsi sentire c'è,
in punta di piedi entrando,
ma con sommesse urla,
di lenire un vuoto il bisogno,
sollevati e compresi sentirsi,
di quel qualcosa partecipi
e di un nucleo protagonisti.
Pare carezza, sorriso, abbraccio, ma....
è solo un forum?
O parallela realtà dell'esser parte di qualcuno o qualcosa....