lunedì 30 marzo 2009

Riflessa nella loro sensibilità


Mi sono vista riflessa, come in uno specchio, attraverso gli occhi di persone sensibili e argute, attente ad ogni più piccolo particolare.
Hanno colto la mia premura, il mio desiderio di aiutarli, attenta in generale alle persone, comprensiva, dolce e affettuosa come una copertina di lana avvolgente e calda, la mia esigenza di risposte spesso non ricevute, come il libro dei perché, che apri, ma spesso non trovi la risposta, che cerchi. Hanno sottolineato che non mi soffermo alla banalità o all'evidenza delle cose, ma cerco sempre di andare più in profondità, oltre... e la mia schiettezza tale da farmi, alle volte, del male con tale sincerità, cruda e diretta, pungente e sagace, ma mai volutamente cattiva, che mal interpretata o peggio rifiutata porta dolore solo alla sottoscritta.
Mi hanno definito anche enigmatica, bella, profonda, sensuale, estroversa, vivace, non diplomatica, a volte impertinente, di animo buono, dagli occhi vispi, simpatica, intelligente, solare, premurosa.
La sintesi di me rappresenta in modo simbolico in un set di still-life è stata: il libro dei perché messo verticale con una scarpetta nera e argentata appoggiata sul libro a nascondere la scritta "Il libro dei" lasciando vedere solo la scritta "Perché" di fronte alla mia macchinetta fotografica e la testa di una bambolina indiana.
Spettacolare, non avrei mai potuto fare1sintesi simbolica migliore su me stessa...
Li ascoltavo parlare ed il mio cuore era all'apice della commozione, perché in due anni di frequentazione sapevo fossero tanto sensibili, ma non credevo avessero capito completamente il mio essere, come pochi, compreso mio marito, erano riusciti e i loro apprezzamenti, sinceri e affettuosi hanno intenerito il mio cuore.

venerdì 20 marzo 2009

La felicità è una predisposizione

Perché spesso associamo l'essere felici con l'aver una relazione?
Non si può essere felici anche da single?
Io non potrei più vivere senza mio marito, però ci sono persone che cercano una storia, ma che non sanno mantenerla, semplicemente, perché da sole si sentono più libere, realizzate, e non si rendono conto di quanto siano complete restando single.
Queste persone cercano un compagno, non riuscendo a godersi se stessi, perché ancorate all'idea che la società le voglia "accoppiate" anche solo per andar ad un cinema o con amici.
Mentre nell'altro vorrebbero un accompagnatore, accondiscendente in tutto, i cui pensieri e le cui azioni siano come la persona se le aspetta, come se la persona quasi avesse scritto un copione, che il compagno, personaggio giostrato e ben istruito, debba solo recitare per compiacerla, e guai se lei/lui non agisce o reagisce come nel copione.
Ma il/la compagno/a è prima di tutto un essere pensante, non un automa, e non seguirà sempre quel copione, ma vorrà anch'esso/a decidere con la propria testa e il proprio cuore e alla fine saranno entrambi esausti da tale situazione.
Ma essere felici è una condizione mentale, un modo di affrontare il giorno, di relazionarsi con gli altri e l'unico copione è quello scritto dal destino e dal cammino quotidiano di ognuno di noi.

lunedì 16 marzo 2009

Il senso d'appartenenza


Quante volte il nostro cuore si è sentito parte di qualcuno o di qualcosa?
L'uomo ha bisogno di riferimenti visivi, tattili, olfattivi ed emotivi, per stare in equilibrio e si circonda, anche, di futilità che considera proprie, ma quanto lo siano realmente è sempre relativo all'istante in cui le vive, le possiede o spesso le subisce.
La vita è quel cammino tanto lungo, ma tanto breve e tutto è relativo alla percezione che si ha. Diciamo "è mio" ma dovremmo dire "ora è mio", anche un luogo può sembrare c'appartenga oggi, ma domani esserci alieno.