venerdì 19 dicembre 2008

Siamo sicuri che quanto di noi crediamo "vero io" non sia solo la nostra maschera perfetta?

L'esser spontaneo nel attimo dell'agire è sempre supportato da un bagaglio di esperienze passate, che vuoi o non vuoi, ti condizionano sempre, anche un bambino ha il suo e la spontaneità è relativa, come tutto nell'universo, ciò non toglie che la persona sia sincera in quella sua spontaneità.

Qualcuno pensa che:
"La sincerità sia un evento momentaneo, che dipenda dagli eventi passati e futuri."

(giusto secondo me), ma per questo ritiene (erroneamente a mio parere) che:
"quel che noi crediamo vero potrebbe non esserlo, ed obbligarci quindi a mentire inconsapevolmente, mentre una nostra menzogna può per qualche curioso capriccio del destino essere vera a nostra insaputa" e quindi, a suo giudizio, "non possiamo mai sapere se siamo "spontanei" nei nostri comportamenti, o se quello che esibiamo è solo una menzogna o una recita preparata in anticipo per la situazione che ci troviamo a vivere."

Ma ritengo che si riferisca alla maschera costruita prima dell'agire, quindi voluta razionalmente, che poi può diventar seconda pelle, per protezione da tutto e tutti, ma non è agire spontaneo, anche se spesso diventa involontario.
Se uno resta coerente con se stesso e con ciò in cui crede e affronta gli altri senza tali paure, seppur con cautele, date dall'esperienza, può restare vero e spontaneo.Tra la maschera e la trasparenza completa ci son mille sfumature, che possono dare, comunque, una realtà vera e sincera, senza costrutti, semmai con qualche omissione!

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