martedì 25 novembre 2008

PANDORA

Zeus, infuriato dal furto del fuoco divino commesso da Prometeo, decise di punire questi e la sua amata creazione: il genere umano. Prometeo venne incatenato ad una roccia ed ogni giorno un'aquila gli divorava il fegato: l'organo ricresceva durante la notte e così, la mattina successiva, il tormento riprendeva. Per punire gli uomini Zeus ordinò ad Efesto di creare una bellissima fanciulla, Pandora (dal greco "pan doron" = "tutto dono"), alla quale gli dei donarono grazia e ogni sorta di virtù.
Ermes, che aveva dotato la giovane di astuzia e curiosità, venne incaricato di condurre Pandora dal fratello di Prometeo, Epimeteo. Questi nonostante l'avvertimento del fratello di non accettare doni dagli dei, sposò Pandora. Ella aveva con sé un vaso regalatole da Zeus che conteneva tutti i mali del mondo, il quale le aveva ordinato di lasciarlo sempre chiuso. Ma, spinta dalla curiosità, Pandora disobbedì: aprì il vaso e da esso uscirono tutti i mali del mondo (la vecchiaia, la gelosia, la malattia, la pazzia, ecc.) che si abbatterono sull'umanità. Sul fondo del vaso rimase solo la speranza, l'ultima a morire. Secondo un'altra versione il vaso, aperto da Epimeteo, conteneva tutti i beni, che volarono verso gli dei,lasciandone sprovvisti gli uomini.
Nella mitologia greca, il vaso di Pandora è il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.
Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne "Le opere e i giorni", il vaso (pithos, pίθος in greco antico) era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo.
Prima di questo momento l'umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali.
Dopo l'apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza.
Con il mito del vaso di Pandora la teodicea greca
(per chi non lo sapesse la teodicea è una branca della teologia, che studia il rapporto tra la giustizia di Dio e la presenza nel mondo del male; per tale motivo, è anche chiamata teologia naturale. Il termine deriva dai lemmi greci Théos (Dio) e da un derivato di díke (giustizia), letteralmente teodicea significa "giustificazione di Dio")
assegna alla curiosità femminile la responsabilità di aver reso dolorosa la vita dell'uomo:
per questo motivo il personaggio di Pandora non è dissimile da quello di Eva nel mito biblico della Genesi.
Oggi l'espressione vaso di Pandora viene usata metaforicamente, per alludere all'improvvisa scoperta di un problema o una serie di problemi, che, per molto tempo, erano rimasti nascosti e che una volta manifesti non è più possibile tornare a celare. (wikipedia)

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