Ci siamo evoluti, arriviamo fino ai confini del mondo e sui networks
siamo diventati poeti, con le parole di altri, sognando e sperando, ma,
forse, stiamo perdendo la nostra identità, quella singolarità, che ci
rende unici, quella spontaneità di un "Ciao", al di fuori di tanta
tecnologia e tante faccine disegnate, ma che non sono il nostro sorriso,
non sono il nostro essere e non ci fanno vivere, con pienezza, le
nostre amicizie e i nostri rapporti umani, in generale.
Così una
parola scritta male porta incomprensioni, che uno sguardo o un tono non
avrebbe mai portato, o un'immagine ci fa esser tristi o felici, ma non
sentiamo il dolore di quello schiaffo o il calore di quell'abbraccio e
quando poi, nella vita reale, ci capita, restiamo attoniti, dubbiosi,
increduli alle emozioni intense, che viviamo, perchè non preparati, non
più abituati.